Zaki, dopo 1.242 giorni, via lo striscione

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Piazza Maggiore gremita, come tante altre volte in passato per richiedere la sua liberazione, per la festa all’attivista per i diritti umani e ricercatore egiziano Patrick Zaki, finalmente tornato nella sua Bologna. Il 32enne, dopo un conto alla rovescia e con un grande applauso, ha ammainato lo striscione che per 1.242 giorni ha chiesto la sua libertà affiancato dal sindaco di Bologna Matteo Lepore, dal rettore Giovanni Molari, dalla fidanzata e la professoressa Rita Monticelli. A chiudere la serata la presidente del Consiglio comunale Maria Caterina Manca, insieme al sindaco Lepore ha consegnato a Patrick Zaki la cittadinanza onoraria del Comune di Bologna.

Alla festa, promossa dal Comune e dall’Università di Bologna (“a costo zero”, aveva tenuto a sottolineare nei giorni scorsi Palazzo D’Accursio) ha partecipato anche Alessandro Bergonzoni, oltre a Riccardo Noury di Amnesty International, che ha parlato della “più grande campagna per un prigioniero di coscienza del XXI secolo”, Gianluca Costantini che ne ha creato i disegni e le sagome nei cartelli, agli studenti e i compagni del Master Gemma e aancora l’arcivescovo Matteo Zuppi, Claudio Fenucci, amministratore delegato del Bologna calcio, squadra del cuore di Patrick, che gli ha consegnato la maglia numero 10 dei rossoblù

 

“Ringrazio la città intera, che ha permesso la mia liberazione. Questa è una città della libertà e dei diritti umani. Sono felice di essere qui di persona, finalmente, dopo anni di chiamate online. Questa città è sempre a fianco di persone che difendono e rappresentano idee diverse. È un esempio per chi non ha un posto. Oggi celebreremo, domani lotteremo ancora per chiedere la scarcerazione delle persone detenute”, ha detto Zaki sotto Palazzo D’Accursio, iniziando a parlare in italiano e poi proseguendo in inglese.

“Mi dispiace di non tenere questo discorso in italiano, ma quando sono stato imprigionato non avevo un compagno di cella con cui parlare italiano. La lingua dei diritti umani è universale e internazionale, e non ha bisogno di traduzioni”.  Poi ha aggiunto: “Vorrei ringraziare ogni singola persona, ogni bolognese che ha chiesto ad alta voce la mia liberazione, una mobilitazione senza precedenti”.”Se fosse possibile scenderei e stringerei la mano a ognuno di voi. Grazie per avermi donato la libertà. Questa inclusività deve essere da esempio per altre città in Italia”, ha detto Zaki rivolgendosi al pubblico. “Essere qui in piazza Maggiore è un sogno che si avvera – ha concluso – un luogo di libertà, una piazza della libertà. Bologna sarà sempre la città della libertà e dei diritti umani. Forza Bologna, forza Bologna, forza Bologna”.