È online da mercoledì 22 luglio il bando “I quartieri ripartono”, promosso dall’amministrazione comunale di Reggio per l’elaborazione di progetti di innovazione sociale e prossimità per la cura delle persone e la conciliazione di tempi e orari.
L’avviso pubblico, che si colloca tra le azioni previste dal piano “Reggio Emilia Riparte”, si rivolge agli enti del terzo settore e alle associazioni di volontariato e di promozione sociale. Il bando prevede risorse per un totale di 170mila euro (150mila per il 2020 e 20mila per il 2021) per progetti da realizzare a partire dal primo ottobre 2020 e fino al 31 luglio 2021. L’ammontare del finanziamento concesso per ciascun progetto potrà coprire al massimo l’80% del costo complessivo e non potrà superare la soglia massima di 24mila euro.
Le domande per partecipare possono essere presentate dal 27 luglio al 4 settembre, termine ultimo entro il quale inviare i progetti completi di tutta la documentazione tecnico-amministrativa richiesta. Nei prossimi giorni sarà presentato un analogo bando rivolto ad associazioni reggiane che operano in ambito culturale.
L’emergenza Coronavirus ha fatto emergere problematiche e vulnerabilità che si sono acutizzate nel periodo di lockdown e di limitazione forzata della vita pubblica: lavoro precario o senza tutele, solitudine e debolezza dei legami sociali, deficit di dotazioni e difficoltà di accesso ai servizi, carichi familiari e sociali, difficoltà nel conciliare lavoro professionale e lavoro di cura, marginalità, scarsa integrazione sociale e culturale.
L’analisi dei dati emersi dal questionario “Reggio Emilia, come va?”, promosso dall’amministrazione comunale per raccogliere informazioni sugli impatti della pandemia sulla vita dei reggiani, ha evidenziato alcuni aspetti cruciali: il tempo e gli spazi verdi come fattori di qualità della vita, la necessità di conciliare virtuosamente lavoro di cura e lavoro professionale, l’impatto delle nuove tecnologie (e le nuove modalità di lavoro, fruizione di servizi, godimento di tempo libero e opportunità) come fattori di abilitazione di una cittadinanza a pieno titolo, le relazioni e il mutuo aiuto come valori di comunità, la prossimità come possibile unità di misura nella riprogettazione della città e dei suoi servizi. I risultati quantitativi emersi del questionario sono stati poi integrati con i dati in possesso dei diversi servizi del Comune, in particolare quelli dei servizi sociali e di welfare e dei servizi relativi a scuola, educazione, giovani e creatività.
L’obiettivo dell’avviso pubblico, dunque, è quello di mettere in atto interventi integrati imperniati nella dimensione di prossimità, che si configurino non come una risposta emergenziale ma puntino invece a generare un cambiamento nelle relazioni sociali, favorendo logiche di reciprocità e circolarità.
Sulla base delle esigenze e delle problematiche emerse dall’analisi del contesto, sono tre gli ambiti prioritari individuati per la sperimentazione delle diverse azioni:
- bambini, ragazzi (6-14 anni) e giovani (14-29), con azioni specifiche mirate al supporto della vita quotidiana in orario extra-scolastico, progetti di supporto al lavoro e all’occupabilità e interventi per favorire il protagonismo giovanile;
- anziani, disabili e persone fragili, con azioni in grado di favorire il contrasto alla marginalità e all’esclusione sociale, con particolare riferimento alle persone senza fissa dimora, a quelle in condizioni di povertà assoluta o relativa, ma anche alle sempre più diffuse fragilità economiche;
- cittadini e comunità di quartiere, per sviluppare, consolidare e accompagnare legami di prossimità nei quartieri, favorendo la nascita di un rinnovato senso di appartenenza a una comunità più ampia e inclusiva.
I diversi progetti dovranno prevedere, tra le altre cose, un’analisi del contesto territoriale dell’intervento e una valutazione quanti-qualitativa dei bisogni espressi dalle comunità beneficiarie, nonché un approccio e attività integrate tra loro e volte a soddisfare i diversi bisogni individuati delle comunità di riferimento.
Le proposte saranno valutate da una commissione e riceveranno un punteggio numerico in base ai diversi criteri individuati dal bando, tra cui qualità e completezza dell’analisi del contesto, grado di innovatività dell’integrazione tra attività progettuali indirizzate al soddisfacimento di bisogni differenti, capacità della proposta di coinvolgere le comunità beneficiarie nella realizzazione e valutazione delle attività progettuali.
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