Mercoledì 19 febbraio il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale, intervenendo in assemblea legislativa, ha ufficializzato la rinuncia della Regione a qualsiasi percorso di richiesta al governo di una maggiore autonomia differenziata.
“Ritiriamo la proposta di autonomia differenziata, una scelta che avviene in totale trasparenza, dato che lo avevamo già indicato durante la campagna elettorale”, ha detto de Pascale in aula. La procedura era stata avviata in Emilia-Romagna nel 2017.
“Non azioneremo quella leva – ha aggiunto – perché trovo sia la strada sbagliata. E quindi non lo dico in tono polemico verso il governo. Lavoreremo, invece, per un’autonomia amministrativa e funzionale, a realizzare un’amministrazione di prossimità, che avvicini il momento decisionale ai cittadini, e penso soprattutto alle sindache e ai sindaci dell’Emilia-Romagna: se di autonomia vogliamo parlare, deve vedere come protagonisti assoluti Comuni e Province, che sono i veri enti di prossimità”.
L’auspicio del presidente della Regione è che questo percorso “possa essere trasversale e coinvolgere altre Regioni, anche perché penso sia chiaro ormai a tutti che non ci sarà alcuna autonomia differenziata. Ormai l’autonomia differenziata viaggia su un binario morto, un rigoroso e serio piano B deve essere un tavolo per la riforma del Titolo V della Costituzione”.
“Penso che in questo Paese”, ha concluso de Pascale, “non serva maggior autonomia legislativa, serve invece avvicinare l’amministrazione al territorio e si può fare con una legge ordinaria. Sarebbe molto intelligente riprendere in mano il Titolo V, capire se ci sono competenze che lo Stato dovrebbe riprendere, così come valutare se possano esserci, invece, altri ambiti che potrebbe aver senso devolvere”.







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