Autismo nei bambini, Reggio fa scuola in Europa

Patrizia FANTUZZI-PRIMO PIANO

Reggio Emilia si conferma punto di riferimento primario per il progetto europeo dedicato ai bimbi che rientrano nello spettro autistico e al loro inserimento nel mondo della scuola.
L’iniziativa comunitaria (Effective methodology of teaching for children with ASD from mainstream schools) coinvolge 4 Paesi (Italia, Irlanda del Nord, Grecia e Romania) e, in questo percorso, l’Italia è rappresentata dalla cooperativa sociale reggiana Progetto Crescere (servizi educativi e sanitari) che, dopo aver curato la formazione di 26 esperti che nei rispettivi Paesi andranno a loro volta a formare gli insegnanti, il 16 novembre aprirà la seconda fase formativa destinata direttamente al personale docente.
Alle quattro giornate previste dal percorso formativo (16-21 novembre, con un ulteriore evento in programma il 9 dicembre) seguirà, poi, la predisposizione di una guida, in 4 lingue, destinata agli insegnanti, “con l’obiettivo – sottolinea la presidente di Progetto Crescere, Patrizia Fantuzzi – di offrire strumenti di reale supporto a chi opera all’interno della scuola per sostenere l’inserimento scolastico di bambini che scontano difficoltà e disagi e ai quali, nei Paesi partner del progetto, con la sola esclusione dell’Italia, sono tuttora riservare scuole o classi speciali che non rientrano nel normale ordinamento”.
“Una situazione – spiega il direttore sanitario di progetto Crescere, il neuropsichiatra Ciro Ruggerini – rispetto alla quale la realtà reggiana può davvero dare molto, partendo sia dal fatto che le scuole sono assolutamente aperte all’inclusione, sia da esperienze maturate dal pubblico e dal privato sociale che sicuramente rappresentano un’eccellenza continentale, e non solo locale”.

“La particolare attenzione riservata al mondo della scuola – prosegue Ruggerini – trova ragione nel fatto che, con i bimbi che rientrano nello specchio autistico, siamo di fronte ad un forma di neurodiversità che diventa disabilità in alcuni precisi contesti, richiedendo sostegni e facilitazioni che certamente rientrano in un concetto di riabilitazione su base comunitaria e non hanno nulla a che vedere con le sovramedicazioni (con psicofarmaci) con le quali non di rado abbiamo a che fare”.

“Proprio in questa concezione della comunità intera come luogo competente nel prendersi cura, abilitandolo, dello sviluppo di ogni persona – prosegue il direttore sanitario di Progetto Crescere – è evidente che la scuola rappresenta una delle agenzie più importanti sia per l’erogazione del sostegno che come luogo in cui si forma una comunità capace di incontrare la disabilità senza pregiudizi e senza stereotipi”.

“Gli interventi più specifici, che vanno dagli aspetti diagnostici al coinvolgimento e al sostegno riservato genitori, alle azioni di supporto ai bambini e ragazzi sulla comunicazione e sull’interazione con gli altri e con il contesto sociale, ai programmi di intervento comportamentali, fino alla consulenza psichiatrica nutrizionistica e alla psicoterapia – spiega Ruggerini – sono in capo agli specialisti, ma gli insegnanti hanno una funzione fondamentale nel garantire inclusività, ed è per questo che è riservata a loro la seconda parte del progetto di formazione che è un po’ il cuore del progetto europeo di cui siamo partecipi”.

“La nostra azione in campo educativo e sanitario – sottolinea la presidente di Progetto Crescere, Patrizia Fantuzzi – si sviluppa con una equipe multidisciplinare formata da oltre 40 professionisti, tra i quali psicoterapeuti, neuropsichiatri infantili, pedagogisti, psichiatri, educatori, psicomotricisti e logopedisti, ma accanto ad essi è necessario che si sviluppino tutte le competenze esprimibili da quanti operano dentro e attorno alla scuola come educatori e pedagogisti, perché è solo in questo modo che anche le eccellenze del nostro sistema sociale e sanitario pubblico, cui si affianca un privato sociale agile, capace di produrre ricerca e innovazione, potranno dare i migliori risultati in un percorso di inclusione che valorizza e non esclude”.

Il corso, gratuito, in partenza il 16 novembre è rivolto a docenti ed educatori di ogni ordine di scuola, “ed è da qui – conclude Stefania Musci, la psicologa che ha coordinato le azioni del progetto – che trarremo anche nuove indicazioni per completare la definizione delle linee che saranno poi rese disponibili, in quattro lingue, agli insegnanti di sostegno, agli educatori e a tutte quelle figure che lavorano a scuola con alunni nello spettro autistico”.