Anche il Politecnico di Milano e l’Università Cattolica del Sacro Cuore sottoscrivono il Patto per il lavoro e per il clima dell’Emilia-Romagna

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Con l’adesione del Politecnico di Milano e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, atenei con sedi a Piacenza, si allarga il Patto per il lavoro e il clima dell’Emilia-Romagna, il documento su rilancio e sviluppo fondati sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale sottoscritto alla fine del 2020 dalla Regione insieme a parti sociali (sindacati e imprese), enti locali, associazioni ambientaliste, terzo settore e volontariato, professioni, camere di commercio, banche e le quattro università emiliano-romagnole (Bologna, Ferrara, Parma, Modena e Reggio Emilia), per un totale di oltre 55 sigle in rappresentanza dell’intera comunità regionale.

Un progetto condiviso che punta a obiettivi ambiziosi come la completa decarbonizzazione entro il 2050, il raggiungimento del 100% di energie rinnovabili entro il 2035, il 3% del Pil regionale destinato alla ricerca e una quota di Neet (giovani che non studiano e non lavorano) inferiore al 10%.

I rettori dei due atenei lombardi, Franco Anelli dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e Ferruccio Resta del Politecnico di Milano, hanno siglato il patto venerdì 8 ottobre a Bologna nella sede della Regione insieme al presidente Stefano Bonaccini. Erano presenti anche l’assessore regionale a sviluppo economico e green economy Vincenzo Colla (che è anche il coordinatore del Patto per il lavoro e per il clima) e l’assessora a università e ricerca Paola Salomoni e i rettori – o i loro delegati – dei quattro atenei emiliano-romagnoli. Ha partecipato anche, in videocollegamento, la sindaca di Piacenza Patrizia Barbieri.

“Gli obiettivi strategici e gli impegni declinati nel Patto per il lavoro e per il clima hanno l’obiettivo di accompagnare il territorio, anche in questa fase in cui stiamo cercando di superare gli effetti della pandemia, su tre direttrici fondamentali: buona occupazione, sostenibilità e lotta alle disuguaglianze”, ha ricordato il presidente Bonaccini: “Direttrici alle quali si aggiunge la centralità dei saperi e delle competenze, fondamentali per costruire un nuovo futuro. E su questo è e sarà importantissimo il contributo del mondo accademico”.

Tutta la comunità regionale, ha assicurato Bonaccini, “è impegnata su questi obiettivi, che abbiamo definito insieme. Sono molte le opportunità di relazione, di ricerca e di progettazione che le sedi piacentine degli atenei milanesi hanno in comune con le reti dei tecnopoli e dell’alta formazione dell’Emilia-Romagna, attorno alle quali abbiamo costruito una sinergia molto forte con i settori produttivi, il tessuto economico e le reti di protezione sociale, per questo siamo davvero molto soddisfatti dell’adesione sancita oggi. Rafforziamo un patto sociale di cui, per fortuna, sempre di più si sente la necessità anche a livello nazionale, convinti che da qui verrà un contributo di idee, progetti e partecipazione utili all’intero Paese, oltre alla capacità di realizzarli”.

Tra gli obiettivi primari del Patto per il lavoro e per il clima figura infatti anche il potenziamento dell’ecosistema regionale della ricerca e dell’innovazione, investendo in particolare negli ambiti della salute, della transizione digitale e di quella ecologica e nella valorizzazione degli investimenti realizzati nella Data Valley dell’Emilia-Romagna.

Sono favorite le iniziative per attrarre studenti (e incentivarli a restare anche dopo la conclusione dei percorsi formativi) e per incrementare l’attrattività e il rientro di giovani talenti, anche portando sul territorio emiliano-romagnolo le sedi di prestigiose istituzioni di ricerca e universitarie internazionali, progettando una nuova rete di servizi. Saranno garantite borse di studio universitarie in una stretta collaborazione tra istituzioni, atenei e istituti di alta formazione artistica, musicale e coreutica.

Il patto prevede inoltre la promozione dell’apprendistato, degli Its e delle lauree professionalizzanti come canali di accesso privilegiato al mondo del lavoro, con particolare attenzione alle iniziative che permettano ai giovani di conseguire un titolo di studio e qualificando l’apprendistato professionalizzante. E, infine, nuove sinergie tra programmazione regionale e fondi interprofessionali per rafforzare e promuovere la formazione di imprenditori, manager, dipendenti e professionisti, il rafforzamento delle opportunità di formazione permanente e il potenziamento della partecipazione alle opportunità di finanziamento nazionali e internazionali per la ricerca per attrarre nuove progettualità, infrastrutture, risorse e talenti.