Alluvione: sindacato contro Regione

Faenza alluvione

Mentre in Consiglio regionale divampa lo scontro politico tra maggioranza e opposizione, un nuovo fronte polemico viene aperto dal sindacato generale di base (Sgb) che attacca pesantemente la Regione Emilia-Romagna (“Protezione (in)civile”), mentre Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po) segnala di aver individuato a Bagnacavallo sulle sponde del Senio e a Boncellino e San Romualdo sulle sponde Lamone, numerose gallerie e tane negli argini provocate da non meglio precisati “animali fossori”. Anche se – precisano direttore e dirigente di Aipo Gianluca Zanichelli e Massimo Valente all’Ansa – “le esondazioni in area romagnola sono state causate dal fenomeno di “sormonto arginale” causato dall’eccezionalità della piena”.

Il sindacato Sgb non ha invece dubbi nel puntare il dito contro la Regione Emilia-Romagna, che per altro a differenza di altre amministrazioni regionali dopo la riforma della Legge Delrio ha avocato a sè tutte le competenze in materia di Protezione civile, togliendole alle Province.  “Monitorare quando gli eventi già minacciano il territorio e concentrarsi sulle pre-allerte è ovvio non possa essere considerato prevenzione – scrivono in una nota – Per fare vera prevenzione bisogna avere il personale tecnico, che invece manca perché è stata sbagliata l’analisi dei fabbisogni e le recenti assunzioni non coprono il turnover. E bisogna utilizzare i fondi a disposizione, non restituirli…”.

“La miopia dell’organizzazione regionale ha portato a circoscrivere la prevenzione nella sua sostanza alla sola preallerta invece che nel consolidamento di costante, specialistica e mirata sorveglianza idraulica, tant’è che il profilo professionale dei sorveglianti idraulici è stato abbandonato nel tempo fino a decretarne la scomparsa proprio nelle settimane scorse – continua Sgb –  Non solo. Si sono depauperate le strutture tecniche interne, che soffrono di una importante carenza di personale, tecnico e amministrativo. Un impoverimento che ha determinato l’incapacità di utilizzo dei fondi disponibili per la prevenzione, la manutenzione e gli interventi strutturali. Un impoverimento che ha influito negativamente sulla gestione del territorio e del demanio, sul controllo della pianificazione, sugli interventi di soggetti pubblici e privati: in sintesi, sulla gestione del territorio a scala di bacino che è la finalità della difesa del suolo. Il risultato è che una quantità anomala di pioggia deborda dagli argini e poi anche li rompe, provocando il disastro che abbiamo visto in questi giorni.  Se a questo aggiungiamo le recenti e non irrisorie spese per le nuove divise per la Protezione civile, utili solo per le occasioni di rappresentanza, il cerchio si chiude con uno schiaffo anche ai lavoratori che insieme a noi chiedono inascoltati da anni una revisione organizzativa efficace, che parta dall’esperienza maturata sul campo. A fronte di tutto ciò il silenzio della Giunta e della dirigenza regionali non è accettabile: attendiamo risposte, assunzione di responsabilità e l’avvio di un confronto non più all’insegna del risparmio”.

Sempre oggi, Aipo ha dato notizia dei sopralluoghi compiuti nei giorni scorsi sulle sponde del Senio, dove sono state fatte operazioni di sfalcio e chiusura tane in un lungo tratto, per oltre 20 km, ripresa e sistemazione delle ‘rotte’ arginali. Durante il monitoraggio, spiegano, è stato scoperto “un abbondante numero di tane profonde che hanno senza dubbio incrementato i livelli di fragilità delle strutture arginali”.