Aemilia, Bernini a Vecchi: stalinista

Bernini

Continuano le polemiche in seguito alla presa di posizione dell’Ordine degli avvocati  di Reggio Emilia. Alla dura reazione del sindaco Luca Vecchi oggi ribatte Giovanni Paolo Bernini, esponente di Forza Italia ed ex assessore a Parma, che al processo Aemilia fu imputato e poi prosciolto e che da tempo si ritiene vittima di «malagiustizia politica» tanto da aver scritto un libro ( “Storie di ordinaria ingiustizia”) ed aver presentato lo scorso mese un «esposto-denuncia» al Ministero della Giustizia.

“Ancora una volta il sindaco Vecchi con arroganza tipica stalinista si assume un ruolo non consono di un amministratore locale, ma piuttosto di dittatore fuori dal tempo – dichiara Bernini – Non mi risulta che il sindaco abbia la “delega” giudiziaria che gli consenta di stabilire chi può o chi non può mettere in discussione la inchiesta Aemilia. E’ noto invece che egli sia stato un grande fan di Marco Mescolini, ex procuratore capo a Reggio Emilia ormai allontanato dal Csm sine die dalla intera regione proprio per le collusioni con il Pd.  Il suo conflitto invece di interessi è evidentissimo e fra pochi giorni, quando la relazione Pennisi sarà disponibile per l’opinione pubblica, se ne farà una ragione. Certo egli preferiva certamente la precedente presidenza dell’Ordine degli avvocati che faceva pressioni su Palamara per avere Mescolini e non altri al vertice della Procura, il quale pochi mesi prima aveva graziato gli esponenti del Pd nell inchiesta Aemilia. Se ne faccia una ragione: non sono più i libri né gli esponenti brutti e cattivi del centrodestra a mettere in discussione quella inchiesta ma è il magistrato Roberto Pennisi  della direzione nazionale antimafia che nella storia repubblicana ha alle spalle il maggior numero di ergastoli a mafiosi in Italia. Consiglio il silenzio e la prudenza al sindaco Vecchi prima della lettura della relazione che cambierà la storia giudiziaria e politica in Emilia-Romagna”.

Bernini al processo Aemilia era accusato inizialmente di concorso esterno in associazione mafiosa e poi di voto di scambio politico-mafioso, ma è stato prosciolto in via definitiva con la dichiarazione di prescrizione del reato di corruzione elettorale “semplice”.  Con lui, l’unico altro esponente politico processato era stato stato l’ex consigliere provinciale e comunale di Forza Italia e Pdl a Reggio Emilia Giuseppe Pagliani, che venne addirittura arrestato, ma che è stato definitivamente prosciolto in Cassazione dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa un anno fa.