“Adrenalina”, il calcio e la vita secondo Zlatan Ibrahimović

Ibrahimovic Adrenalina black
8

Come Bastiàn che attraversa le Paludi della tristezza, e che per non annegarvi deve nutrire speranza, noi pragmatici ci siamo dedicati, in questi tempi cupi, alla piacevole lettura di un libro pop, cercando di rieducarci – momentaneamente – con un diversivo alla leggerezza.

Per la speranza c’è tempo… o forse no, comunque abbiamo preso fra le mani l’autobiografia di Zlatan Ibrahimović, “Adrenalina”.

«Festeggio il vantaggio con i compagni di squadra portando due dita al centro della fronte. Poi tutto il pubblico avversario comincia a gridarmi: “Zingaro!”. Mi porto le mani alle orecchie: “Non sento…”. Esplode un boato di fischi assordante. “Più forte! Non sento…”. Mi riempio di adrenalina».

Adrenalina, la “parola chiave” – come lui stesso confessa – della vita dell’attaccante svedese, che nell’ottobre scorso ha compiuto quarant’anni. È quell’ormone che lo fa sentire “vivo”, ieri come oggi. E la scelta di ritornare al Milan, nella stagione 2019-2020, per rimandarlo nell’orbita delle squadre che contano, è la scarica adrenalinica che lo spinge, ancora, a sudare e faticare in campo come in palestra, perché «confesso che il pensiero di smettere mi dà ansia. Più si avvicina il momento di lasciare il calcio, più la paura del futuro cresce: dove troverò l’adrenalina che mi dà un contrasto con Chiellini?».

Il personaggio Ibra si umanizza in Zlatan. Le sue paure sono quelle di tanti di noi. Come sulla pandemia, che ancora gira per l’Europa: «Il Covid ha cambiato tanta gente. Io sono un tipo che sta bene in casa, ma che ama anche uscire qualche volta. Per un anno non abbiamo potuto farlo. Quando hanno allentato le restrizioni e sono tornato in un ristorante, mi ha preso il panico. Ho detto ai miei amici: “Mangiamo in fretta che voglio tornare a casa”». In quanti abbiamo provato questa sensazione di oscura minaccia?

Ibrahimović è un personaggio a tutto tondo; non a caso è stato ospite del Festival di Sanremo nel 2021 e lo sarebbe stato anche quest’anno: «Mi dispiace non potermi presentare, ma come avrai capito – dice rivolgendosi ad Amadeus in diretta da Che tempo che fa – ho messo qualche regola», coerentemente con lo spirito del suo libro.

L’adrenalina è stata il suo carburante, dai primi calci a uno spelacchiato pallone Select a Rosegård, con in casa il frigo vuoto, poi in tante squadre europee e italiane. Racconta di episodi che se gli fossero accaduti anni fa avrebbero preso una piega ben diversa: come il testa a testa avuto con l’allora interista Lukaku o quello ricordato all’inizio, avvenuto all’Olimpico di Roma.

Racconta della sua famiglia, del suo procuratore e amico Mino Raiola, dei tanti calciatori e allenatori che ha conosciuto nella sua carriera, delle sue potenti automobili, delle battute di caccia nel bosco di sua proprietà ai confini con la Norvegia. Racconta della sua vita oggi. Quarant’anni.

Di una cosa è sicuro: non si siederà mai in uno studio televisivo a fare il commentatore sportivo: per Ibra è una non scelta, ovvero è la paura di mettersi in gioco. La paura che ha spinto l’allenatore Massimiliano Allegri a rifiutare la panchina di squadre europee.

Dopo averne tessuto le lodi, o quasi («Anche se tatticamente non è un genio…»), dice: «Una cosa non mi è piaciuta di lui: il no al Real Madrid. Io so che l’offerta era concreta. Perché ha fatto la scelta più sicura in Italia, invece di andare là e raccogliere la sfida? Questo rifiuto racconta anche che tipo di persona sei».

Adrenalina: ma oggi, a differenza di ieri, anche “balance”, equilibrio. Sfide, ma con giudizio? Il suo futuro è aperto.

 

Zlatan Ibrahimović e Luigi Garlando, Adrenalina, Cairo, Milano 2021, pp. 264, 19,00 euro

Si ringrazia la Libreria del Teatro, via Crispi 6, Reggio Emilia.

 

DEEP PURPLE, Child in Time

DEAD SKELETONS, Dead Mantra

TRENTEMØLLER, Darklands

DIRTMUSIC, Love Is a Foreign Country (feat. Gaye Su Akyol)

DRY CLEANING, Scratchcard Lanyard

I nostri voti


stile narrativo
7.5
tematica
7.5
potenzialità di mercato
9