Hanno chiuso i battenti domenica 8 giugno le mostre (tranne la retrospettiva dedicata a Daidō Moriyama ai chiostri di San Pietro, che resterà aperta fino al 22 giugno) organizzate dalla Fondazione Palazzo Magnani e dal Comune di Reggio – insieme agli altri soggetti che compongono la complessa macchina del festival – per la ventesima edizione di Fotografia Europea.
Sono stati 14.034 i biglietti venduti, per un totale di 20.000 presenze complessivamente registrate ai chiostri di San Pietro e a Palazzo da Mosto, le due sedi in cui l’accesso era consentito solo con biglietto: a queste si aggiungono poi le visite alle mostre gratuite allestite a Palazzo dei Musei (la mostra di Luigi Ghirri e la XII edizione di Giovane Fotografia Italiana), allo Spazio Gerra e alla Biblioteca Panizzi, che hanno raggiunto cumulativamente le 35.000 presenze, per un totale dunque di oltre 55.000 accessi.
Per un mese e mezzo Reggio è stata la capitale italiana della fotografia: appassionati, professionisti del settore, famiglie e curiosi hanno attraversato la città, respirando l’energia di un evento che ha saputo coniugare cultura e partecipazione. Mostre, eventi, incontri, presentazioni e concorsi hanno trasformato il centro storico in un vero e proprio laboratorio di creatività e confronto.
Il tema scelto per questa edizione, “Avere vent’anni”, ha esplorato, attraverso venti mostre curate dalla direzione artistica del festival, composta da Tim Clark, Walter Guadagnini e Luce Lebart, il mondo interiore e sociale della Generazione Z, dando forma visiva alle sue speranze, paure e incertezze, offrendo al pubblico uno stimolo profondo per riflettere sul presente.

Ma per chi non dovesse essere riuscito a completare il tour di tutte le sedi espositive, non tutto è ancora perduto: la grande retrospettiva dedicata a Daidō Moriyama, maestro giapponese e pioniere della street photography, infatti, resterà aperta fino al 22 giugno. Allestita nelle sette sale del “piano terra” dei chiostri di San Pietro, “A Retrospective” continuerà ad affascinare con lo stile diretto e poetico con cui Moriyama ha raccontato il Giappone del dopoguerra, in quella che è stata definita la mostra più completa mai allestita sull’artista, selezionata da The Guardian come migliore mostra fotografica dell’anno a Londra nel 2023.
Oltre a quella di Moriyama ai chiostri di San Pietro, resteranno aperte al pubblico anche oltre la data di chiusura di Fotografia Europea 2025 altre quattro mostre: “Luigi Ghirri. Lezioni di fotografia” a Palazzo dei Musei, fino al primo marzo 2026; “Volpe, Laila, Slim e gli altri” allo Spazio Gerra, fino al 19 giugno; “Attraverso la luce. I primi 20 anni della fotografia nelle collezioni della Fototeca” alla biblioteca Panizzi, fino al 5 luglio; “This Body Made of Stardust” alla Collezione Maramotti, fino al 27 luglio.
Come da tradizione, poi, la fine del festival non ha segnato solo un punto di arrivo, ma anche l’inizio di un nuovo percorso: dietro le quinte, infatti, si è già rimesso in moto il cantiere creativo che darà forma alla prossima edizione di Fotografia Europea.







poi se mi spiegate per bene come si fanno a fare i conti aggiungiamo anche quelli che passavano in corso garibaldi da palazzo Magnani ma che lo trovavano desolantemente chiuso…