Venerdì 28 novembre a Reggio è in programma l’iniziativa “Il percorso invisibile dell’acqua, motore del nostro progresso”, organizzata da Arca in collaborazione con il Comune di Reggio: per l’occasione in Sala del Tricolore sarà ospite Günter Blöschl, professore ordinario di Costruzioni idrauliche, marittime e idrologia all’Università di Bologna e alla Vienna University of Technology.
Il professor Blöschl ha vinto lo Stockholm Water Prize 2025, meglio noto come “Nobel dell’acqua”, per i suoi studi rivoluzionari sulla riduzione del rischio di alluvioni e sulla gestione delle risorse idriche in un contesto di cambiamento climatico.
La sua lectio magistralis sarà preceduta dal saluto del sindaco di Reggio Marco Massari e dall’introduzione del professor Alberto Montanari, presidente di Arca. Per partecipare è necessario prenotarsi online.
Proprio Montanari ha sottolineato che “l’acqua arriva nelle nostre case con una semplicità così quotidiana che fa dimenticare il suo lungo e invisibile percorso. È un miracolo che questo percorso funzioni ogni giorno, a ogni ora. Gli acquedotti moderni sono opere di ingegneria e di civiltà, costruite per portare acqua pulita da lontano e garantire salute, sviluppo e benessere. A Reggio l’acquedotto Levi, di cui celebriamo quest’anno i 140 anni, è una di queste pietre miliari del progresso. Da allora le reti idriche si sono estese, intrecciate, automatizzate, diventate tra le più complesse e cruciali infrastrutture del nostro tempo: monitorate in tempo reale, controllate a distanza, fondamentali per l’equilibrio tra natura, tecnologia e umanità. Affinché ci servano sempre meglio è necessario che i cittadini comprendano come funzionano”.
“Riflettere sul bene comune dell’acqua – ha aggiunto Montanari – significa riconoscere che il diritto a un’acqua sicura e accessibile va di pari passo con la responsabilità della sua gestione e del suo utilizzo. Per questo motivo, i gestori del servizio idrico si impegnano a spiegare ai cittadini il loro lavoro. Oggi esperienze come quella di Arca a Reggio mostrano come innovazione, sostenibilità e partecipazione possano convivere, rendendo visibile – e condiviso – il percorso invisibile dell’acqua. Capire la complessità degli acquedotti, capire quali sono i rischi ai quali l’acqua è esposta è un passo indispensabile perché tutti noi possiamo avere accesso a questa risorsa, garantendo lo stesso diritto alle generazioni future. Capire l’acqua significa capire il delicato rapporto fra l’umanità e la natura. Il 28 novembre in Sala del Tricolore ne discuteremo assieme prendendo esempio da esperienze in tutto il mondo”.







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