Si riapre la partita della Brexit: l’accordo sul divorzio dall’Ue raggiunto a novembre dalla premier Tory, Theresa May, con Bruxelles è stato bocciato dalla Camera dei Comuni britannica con 432 no (sono stati 118 i deputati Tories ‘ribelli’) contro 202 sì. La ratifica è stata negata con uno scarto di 239 voti, molto pesante per il governo. Un k.o. pesantissimo, un terremoto che fa da prologo alla mozione di sfiducia presentata dai laburisti e destinata a essere votata oggi. May potrebbe superare lo scoglio, grazie anche al sostegno annunciato dagli unionisti nordirlandesi del Dup, che voteranno la fiducia alla premier. Se la May dovesse perdere, avrà altri 14 giorni per calendarizzare un nuovo voto di fiducia: in caso di ulteriore sconfitta, si aprirebbe automaticamente la porta a elezioni generali. Intanto, i laburisti hanno fatto sapere che se la sfiducia di domani dovesse fallire, sono aperti a un nuovo referendum sul divorzio dall’Unione europea.
“La Camera ha parlato e il governo ascolterà. E’ chiaro che la Camera non sostiene questo accordo, ma il voto non ci dice cosa invece la Camera sostenga. Non ci dice come si intenda onorare la decisione presa dal popolo britannico in un referendum”. La premier britannica Theresa May si esprime così dopo la bocciatura dell’accordo sulla Brexit. “Per prima cosa, bisogna confermare se questo governo goda ancora della fiducia della Camera. Io credo di sì, ma è giusto che altri abbiano la possibilità di verificarlo, se vogliono. Se il governo otterrà la fiducia, terremo incontri in uno spirito costruttivo” per arrivare a ottenere “un sostegno sufficiente in questa Camera”. Verranno discusse eventualmente nuove idee e “il governo le esplorerà poi con l’Unione Europea”.
Ultimi commenti
però nella sua risposta non capisco fino a che punto sia serio o scherzoso...
certo, però zitto e muto, di cosa ti lamenti? se vivi nel partito e del partito non puoi lamentarti del partito o lo fai come […]
Certo, il PD può fare ciò che vuole, anche scontentare il suo elettorato, e verrà votato ugualmente, perchè l'importante è una cosa sola: votare per