La Guardia di finanza ha sequestrato due discariche di rifiuti e beni per quasi un milione di euro in un’operazione tra Emilia-Romagna e Veneto che ha portato il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Bologna, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, a emettere sette misure cautelari nei confronti di altrettanti imprenditori e titolari di aziende operanti nella gestione dei rifiuti e nell’autotrasporto, accusati di inquinamento ambientale e attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti.
Per due di loro sono stati disposti gli arresti domiciliari, mentre a un altro imprenditore è stato imposto un obbligo di dimora; gli altri quattro soggetti coinvolti, invece, avranno l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
I sequestri, scendendo più nel dettaglio, hanno riguardato 11 immobili (tra terreni adibiti a luogo di stoccaggio e interramento dei rifiuti e fabbricati), otto mezzi di trasporto (utilizzati per lo spostamento della merce) e il sequestro preventivo per equivalente di oltre 56.000 euro, considerati il profitto dei reati ipotizzati.
L’operazione è stata condotta dalla Guardia di finanza di Modena, dal nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare forestale dei carabinieri di Modena e dai carabinieri di Anzola dell’Emilia e ha interessato le province di Modena, Bologna, Reggio, Ferrara e Rovigo. Si tratta dell’epilogo di un’indagine coordinata dalla Dda di Bologna che ha riguardato l’attività svolta sul territorio al confine tra diverse province dell’Emilia e del Veneto, che secondo gli accertamenti sarebbe stata realizzata dagli indagati in prima persona attraverso società a loro direttamente o indirettamente riconducibili.







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