Il nuovo segretario della Lega di Bologna Cristiano Di Martino è pronto a cancellare il tatuaggio sull’avambraccio destro che raffigura il simbolo di Terza posizione, un movimento neofascista eversivo fondato nel 1978 da Roberto Fiore e Gabriele Adinolfi e attivo in Italia fino alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso.
Ad anticipare la possibile conclusione del caso che nei giorni scorsi aveva agitato il Carroccio bolognese è stato il capogruppo leghista in Regione Emilia-Romagna e commissario della Lega emiliano-romagnola Matteo Rancan, che spera così di mettere fine alle polemiche che a inizio ottobre avevano travolto il nuovo numero uno del partito felsineo.
Il tatuaggio in questione è formato dalla runa “dente di lupo”, già utilizzata dalle SS tedesche durante il periodo del nazismo, alla quale è sovrapposta una mano serrata a pugno che stringe un martello. “Me lo sono tatuato nel 1986, quando avevo 16 anni, nemmeno sapevo cos’era Terza Posizione”, aveva provato a giustificarsi Di Martino, aggiungendo che “in gioventù si fanno cose che magari nel corso degli anni si potevano fare in maniera diversa, ma non ho mai avuto nulla a che spartire con certi mondi”.
Una spiegazione piuttosto debole e ritenuta insufficiente da gran parte del mondo politico sotto le Due Torri, che infatti era immediatamente insorto per condannare l’episodio; anche perché, pur prendendo per buona la motivazione addotta dal diretto interessato, non era chiaro perché in tanti anni Di Martino (classe 1970) non avesse mai provveduto a cancellare oppure a coprire il controverso tatuaggio in modo che non fosse così immediatamente riconoscibile.
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