Villa Minozzo. Un 39enne aggredito in strada da tre giovani, denunciati

carabinieri

Sono ancora al vaglio dei carabinieri della stazione di Villa Minozzo i motivi dell’aggressione fisica subita da un 39enne reggiano. L’uomo, aveva appena finito di lavorare e mentre caricava sul suo furgone gli attrezzi da lavoro, si è visto raggiungere da un gruppetto di giovani, che dopo averlo accerchiato, hanno iniziato ad offenderlo. Due del gruppetto, senza un apparente motivo, dopo le offese, lo hanno aggredito fisicamente causandogli lesioni giudicate guaribili dai sanitari in 3 giorni. Dopo qualche ora, la vittima apprendeva che una terza persona, un giovane di 26 anni amico degli aggressori lo aveva minacciato inoltrando messaggi e file audio sull’app di messaggistica WhatsApp di un suo familiare.

Per questi motivi con l’accusa di lesioni personali i carabinieri della stazione di Villa Minozzo (RE) hanno denunciato in stato di libertà per lesioni personali all’Autorità giiudiziaria minorile del capoluogo felsineo un 16enne e alla Procura di Reggio Emilia un 19enne per lesioni personali, infine un 26enne per minacce, tutti residenti in un comune dell’appennino reggiano. I fatti risalgono alla notte del 29 luglio scorso. Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, la vittima, un uomo di 39 anni dopo aver terminato di lavorare, si apprestava a caricare gli strumenti da lavoro nel suo furgone, quando veniva raggiunto ed accerchiato da un gruppetto di ragazzi che senza un’apparente ragione, iniziavano a offenderlo, due dei quali sono passati alle vie di fatto.
Uno gli ha tirato per primo uno schiaffo sul viso, poi un altro gli ha fatto lo sgambetto facendolo cadere per terra, tenendolo con forza sull’asfalto per poi tirargli un un’asse di legno in faccia. Solo l’arrivo di alcuni colleghi di lavoro del 39enne hanno scongiurato il peggio, riuscendo a portare via la vittima dagli aggressori. L’uomo, dopo l’aggressione, è finito pronto soccorso dell’ospedale di Castelnovo Né Monti per le cure, poi dimesso con una prognosi di 3 giorni. Poche ore dopo, la vittima, ha saputo che una terza persona, un giovane di 26 anni, aveva inoltrato file audio e messaggi dal tono gravemente minaccioso sull’app di messaggistica di un suo familiare, uno dei quali: “Ti spacco in testa tutto quello che trovo”. Il giorno successivo l’aggredito ha denunciato il fatto ai carabinieri.