Via il Tricolore dallo stadio, Castagnetti: serve una reazione

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“Mi chiedo come possa essere nata una simile idea. E come non si organizzi una reazione della società civile reggiana, oltre che delle istituzioni”. Non usa mezzi termini l’ex plurideputato reggiano e ultimo segretario del Partito popolare Pierluigi Castagnetti commentando su Facebook – e condividendo “parola per parola” – un lungo post del sindaco di Rubiera, Emanuele Cavallaro.
Argomento del contendere di questo accorato appello alla “rivoluzione”, non è però una delle misure del Governo Meloni, ma ancora una volta l’affaire tricolore-stadio. Come noto, la società Mapei stadium ha annunciato la sostituzione del Tricolore (anche perché scolorito) con un’opera dell’artista reggiana Olimpia Zagnoli. Il cambio di colorazione della facciata da granata ad azzurro (che come noto non è il colore del Sassuolo, ma semmai quello della Nazionale che, al pari del Tricolore, ha un ché di patriottico) ha gettato uteriore benzina sul fuoco della polemica. E a nulla è valsa la precisazione, da parte della Mapei stadium srl, che il restyling dell’ingresso prevede comunque anche tanti Tricolori (nella foto come 24emilia, scherzosamente, lo ha immaginato).
Certo, la vicenda sotto il profilo comunicativo è stata gestita dai proprietari dello stadio in maniera un po’ improvvida, ma in attesa della presentazione ufficiale prevista a breve (e di scoprire se e quanti e dove Tricolori ci saranno) da una decina di giorni si sta forse parlando del nulla.
Sta di fatto che anche il sindaco Cavallaro, sui social, ha voluto dire la sua: “Ieri sera, andando verso lo stadio con l’ansia del tifoso, guardavo il #tricolore sopra l’ingresso principale. E mi è venuto da pensare che no, non si può togliere.Beninteso, il mio è un mero consiglio da cittadino fruitore dell’impianto, niente di più. Tuttavia, ci sono cose che valgono al di là delle proprietà: i simboli, per esempio. Il tricolore sullo stadio non c’è sempre stato: il fatto di averlo inserito a suo tempo sull’ingresso principale richiama quello che succede a tutti gli edifici che hanno una funzione pubblica, sopra i quali è anzi obbligatorio esporlo. Adesso che c’è, bisogna per forza di cose custodirla con cura, la bandiera. L’Ufficio del Cerimoniale di Stato dice infatti che anche un privato può esporre il tricolore sulla sua proprietà, “purché ne rispetti il decoro”. Da questo punto di vista, trasformare la bandiera nazionale in un’opera d’arte che in parte ne richiama anche i colori, non significa trattarla bene, secondo il sentire di tanti. Il tricolore incarna i valori della Costituzione, della fratellanza, della pace. Se è stato messo, ora non lo si può rimuovere o sostituire con leggerezza, neppure con un’opera d’arte. Dando, quindi, un parere non richiesto a chi ha la titolarità dello stadio, mi permetterei di consigliare di collocare altrove l’opera commissionata alla brava artista reggiana Olimpia Zagnoli. Ci sono molte prospettive dello stadio che non hanno minore impatto e non sono meno efficaci per lanciare il messaggio della “città delle persone”. E’ anche vero che si è letto che il tricolore sarà comunque ben rappresentato “da bandiere grandi di tessuto”. Però, il tricolore davanti all’ingresso principale di un edificio è un messaggio preciso. Significa dire: qui dentro succedono cose che vogliono appartenere all’Italia ed a tutti gli italiani, come accade nelle scuole, nei municipi. Un ruolo eccessivo, per uno stadio? Non credo. Lo sport può davvero essere veicolo di valori importanti per la società. Non c’è poi da stupirsi se il popolo che per primo ha abbracciato il tricolore si dimostra sensibile, anche in modo inconscio, anche con motivazioni irrazionali, a quei tre colori per cui in tanti hanno lottato: un simbolo che è di tutti e dunque non può essere di proprietà, in sè, di nessuno”.
E’ sotto questo lungo post che, a sorpresa, è spuntato il commento di uno dei padri nobili del Pd Pierluigi Castagnetti, con il suo invito a “organizzare una reazione della società civile reggiana, oltre che delle istituzioni”. Reazione che, in parte, c’è subito stata come dimostra lo striscione appeso ieri sera al Campovolo dalle Teste quadre. Anche se, immaginiamo, non a questa “società civile” Castagnetti pensava…