L’Emilia-Romagna ha chiuso il 2024 con una crescita del Pil dello 0,6%, un incremento di poco superiore a quanto registrato a livello nazionale. A caratterizzare l’anno che si è da poco concluso è stata la flessione delle esportazioni (-2,2%), un calo che ha contribuito alla complessiva frenata del comparto industriale: -1,4%.
I dati sono stati presentati durante la seduta della commissione Politiche economiche della Regione Emilia-Romagna da Guido Caselli, vicesegretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna, che ha fatto il punto sulle prospettive dell’economia regionale.
Per il 2025 è atteso un aumento del Pil analogo a quello del 2024: alla lieve ripresa dell’industria si contrapporrà la flessione del settore delle costruzioni, chiamato a fronteggiare l’esaurirsi degli incentivi governativi. Proseguirà anche quest’anno la dinamica positiva di occupazione e del settore terziario, tendenze già evidenziate nel corso del 2024.
La relazione di Caselli ha segnalato anche gli evidenti problemi nel reperimento di personale specializzato, i salari troppo bassi (che, sebbene risultino più alti della media italiana, sono in calo sia come valore assoluto che dal punto di vista del potere d’acquisto), una forte disparità salariale tra uomini e donne (con queste ultime costrette a scontare, a parità di lavoro, un gap anche del 20% rispetto ai colleghi maschi). Tra i lavoratori e le lavoratrici sta crescendo anche la richiesta di welfare aziendale, con qualche cambiamento rispetto al passato: se un tempo si cercava l’asilo nido aziendale per i figli, ora i lavoratori aspirano ad avere un caregiver aziendale per i genitori anziani.
Tra i singoli settori in crescita, Unioncamere Emilia-Romagna segnala soprattutto il turismo, con Bologna in forte affermazione. E il futuro? Come sarà l’Emilia-Romagna dei prossimi anni? Caselli ha ricordato che ci saranno oltre 100.000 emiliano-romagnoli in più: ma, tra questi, molti meno bambini e molti più anziani rispetto ad oggi.







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Custodisco, eredità di mio padre, la collezione quasi completa de "Il quaderno dell'attivista" pubblicazione del Partito Comunista Italiano degli anni quaranta e cinquanta dedicata ai
Attivista = semper mej che lavorer….
Giano bifronte... ipocrisia al top!