Unindustria Reggio: rallenta la produzione e calano gli ordini

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Dai risultati dell’Indagine congiunturale dell’Ufficio Studi di Unindustria Reggio Emilia relativa al terzo trimestre 2019 emerge un rallentamento significativo nei livelli produttivi.
Le attese di un rallentamento dell’attività produttiva rilevate nell’indagine precedente hanno trovato conferma nei dati di consuntivo del terzo trimestre, che evidenziano una riduzione dei volumi e un calo degli ordinativi sia interni sia esteri. A gravare sulle dinamiche produttive sono alcuni elementi di difficoltà tra i quali le tensioni commerciali e le politiche dei dazi, il rallentamento del commercio mondiale e, in particolare, la decelerazione dell’economia tedesca, principale mercato di sbocco dei prodotti realizzati a Reggio Emilia.
Sotto il profilo della produzione, nel periodo luglio-settembre 2019 si è registrato per il terzo trimestre consecutivo un risultato tendenziale negativo (-4,1%). La dinamica del fatturato ricalca l’andamento della produzione (-6,1%).

A preoccupare è però soprattutto l’andamento degli ordinativi acquisiti, che evidenzia variazioni negative sia per la componente domestica sia per la componente estera. Il saldo nelle risposte (pari alla differenza tra la percentuale di imprese che dichiarano un incremento degli ordini e quelle che dichiarano una diminuzione) è stato molto negativo: -13,1 punti percentuali. Il 48,3% delle imprese intervistate ha, infatti, dichiarato un calo degli ordini complessivi, contro il 35,2% che ha registrato un aumento. Il 16,5% si è invece assestato sui livelli produttivi dello scorso trimestre. Nel periodo luglio-settembre l’occupazione resta sostanzialmente stabile.

Le previsioni a breve termine propendono un ulteriore rallentamento dell’attività. Per quanto riguarda la produzione, il saldo tra imprese che prevedono variazioni in aumento e in diminuzione è positivo (+17). Gli ordini dal mercato complessivi sono in ribasso per il 37% delle aziende, con un saldo negativo di 16 punti tra coloro che dichiarano variazioni in aumento e in diminuzione; anche quelli dai mercati esteri si caratterizzano per un saldo negativo (-2) seppure più contenuto.
Il perdurare di un quadro di forte incertezza si riverbera sulle previsioni di assunzione. Il saldo nelle risposte è negativo (-5 punti); solamente l’1% delle imprese intervistate ipotizza un incremento degli organici, mentre il 6% una riduzione.

“Anche in questo trimestre dell’anno dobbiamo rilevare un ulteriore rallentamento dell’economia – commenta Mauro Macchiaverna, vicepresidente di Unindustria Reggio Emilia – Purtroppo, il protrarsi delle tensioni commerciali internazionali, il rallentamento dell’industria tedesca e, da ultimo, la crisi dell’acciaio non hanno attenuato i rischi di un vero e proprio stallo. Se a questo scenario aggiungiamo un disegno di legge finanziaria che non mette al centro della sua attenzione l’economia reale e lo sviluppo, la situazione diventa critica. Ciò di cui le imprese avrebbero bisogno per invertire la rotta – suggerisce Macchiaverna – è invece un piano di medio termine che prenda in considerazione alcuni punti fondamentali: le infrastrutture, con un’accurata selezione dei progetti prioritari, così da garantire un utilizzo efficiente delle risorse disponibili anche a livello UE; l’inclusione dei giovani nel mondo del lavoro, ampliando gli attuali incentivi all’inserimento lavorativo dei giovani, in termini di sgravi contributivi sia sulle assunzioni a tempo indeterminato che sull’apprendistato; infine l’innovazione, rafforzando il Piano 4.0 e supportando anche gli investimenti sull’economia circolare e sull’efficienza energetica.”