Troppo anti-israeliano, il Salone del libro chiude le porte a Zaki (anzi no)

Zaki twitter

Il Salone del libro di Torino chiude le porte in faccia (ma poi le riapre) a Patrick Zaki, l’attivista dei diritti umani che grazie anche al governo italiano è stato liberato dalle prigioni egiziane e può vivere in libertà a Bologna, che lo ha fatto cittadino onorario (così come tante altre città italiane, da Roma a Padova, da Firenze a Perugia). Troppe le polimiche dopo i suoi continui post su Twitter in cui dà conto della guerra in Medio oriente in maniera sempre molto critica verso Israele – per qualcuno strizzando l’occhio ai fondamentalisti islamici di Hamas – e definendo anche Netanyahu un seriale killer.

Oggi l’Arsenale della Pace di Torino, che aveva accolto la richiesta del Salone del Libro di uno spazio per la presentazione dell’ultimo libro di Patrick Zaki, ha infatti annunciato “alla luce degli avvenimenti degli ultimi giorni di ritenere non più opportuno confermare la disponibilità ad ospitare tale incontro che rischierebbe di alimentare ulteriori polemiche, divisioni e strumentalizzazioni”. “L’Arsenale della Pace di Torino da 40 anni è una casa sempre aperta alle tante situazioni che bussano alla porta, in dialogo con persone di ogni orientamento, cultura e religione. Con questo spirito, settimane fa, avevamo accolto la richiesta del Salone del Libro di uno spazio per la presentazione dell’ultimo libro di Patrick Zaki. Le condizioni però sono cambiate”, afferma l’Arsenale della pace del Servizio missionario giovani di Torino, annunciando che martedì prossimo, giorno in cui Zaki avrebbe dovuto presentare il suo libro, aderirà “unitamente all’Arsenale dell’Incontro in Giordania e all’Arsenale della Speranza in Brasile all’appello del patriarca di Gerusalemme per una giornata di digiuno e preghiera per la pace” per “affidare così tutte le vittime della violenza, ribadendo il nostro no al terrorismo e al tempo stesso ad ogni forma di ingiustizia e violazione dei diritti umani”.

Dopo qualche ora, però, nuovo colpo di scena. Martedì prossimo a Torino, Zaki presenterà comunque  ‘Sogni e illusioni di libertà – La mia storia’ – il suo primo libro in cui racconta il carcere, l’isolamento, le torture e la speranza che lo ha accompagnato in quei momenti – ma in un altro spazio, l’Hiroshima Mon Amour, sempre “brandizzato” Salone del libro. Alle 18,30 il tour di Zaki, che è organizzato in collaborazione con Amnesty International e La Repubblica, farà dunque tappa nel club di via Bossoli dove l’autore dialogherà con la vicedirettrice del quotidiano, Conchita Sannini, e con la presidente di Amnesty, Alba Bonetti.

Tra le varie voci levatesi contro la presenza di Zaki al Salone, quella della senatrice di Fratelli d’Italia Paola Ambrogio: “Pensare che Patrick Zaki, dopo le parole intollerabili pronunciate su Israele, possa prendere parte a una serata collaterale del Salone del Libro di Torino lascia sinceramente sgomenti – aveva detto – Quella di Zaki è una pugnalata al cuore di quell’occidente che gli ha restituito la libertà, spero provi almeno un briciolo di vergogna” ha concluso. Auspico che la direzione del Salone, di concerto con il Sermig, decida di annullare l’evento: sarebbe una macchia indelebile per il nuovo corso editoriale”.

L’altro giorno, anche l’ospitata di Zaki da Fazio al nuovo “Che tempo che fa” versione Discovery era stata annullata (ma solo rimandata “per delicatezza” a una delle prossime puntate, aveva precisato Luciana Littizzetto).