Scrive in una nota Federico Amico, capogruppo Emilia-Romagna Coraggiosa in Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna: “A Reggio Emilia, città Medaglia d’oro della Resistenza, uno come Galeazzo Bignami non può rappresentare lo Stato. Il viceministro di Salvini che il prossimo 7 gennaio dovrebbe fare le veci della premier Meloni alla Festa del Tricolore, è lo stesso che nel 2006 aveva festeggiato l’addio al celibato indossando una divisa nazista con tanto di svastica al braccio. Lo ricordiamo anche quando due anni fa inquadrava su Facebook i citofoni delle case popolari di Bologna additando i nomi dei cittadini stranieri. Entrambi fatti da lui classificati alla voce “goliardate”.
D’altra parte Bignami è fieramente iscritto a un partito che ha difeso con ostinazione il mantenimento della fiamma tricolore nel proprio simbolo e che non ha mai dichiarato ufficialmente il suo rifiuto dell’ideologia neofascista, nonostante le copiose lacrime sparse in questi giorni dalla sua leader Giorgia Meloni. In un contesto inedito per l’Italia, con il governo più di destra nella storia repubblicana, Reggio Emilia e il nostro paese non hanno bisogno di ambiguità.
C’è da chiedersi cosa direbbe Giuseppe Compagnoni, il padre del Primo Tricolore, davanti a una biografia politica che offende la memoria di un’intera città, che ha fatto di quella bandiera un simbolo di democrazia, libertà e giustizia sociale. Una città dove ogni 7 gennaio gli studenti ricevono una copia della nostra Costituzione fondata sull’antifascismo. Vogliamo davvero che a consegnargliela sia Galeazzo Bignami?”.







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