Sangiovese al femminile

Trovarsi selezionati da Bottura e finire sui tavoli di prestigiose cene diplomatiche a Washinghton non è da tutti. E non è certo per caso.
Eclatanti risultati sono ancora più straordinari se si ottengono attraverso la produzione di un vitigno semplice, basico e spesso bistrattato come il Sangiovese e se, a produrlo ci sono le “mani” di una donna.

 
Il mondo della viticoltura è da sempre dominato dalla figura maschile per un motivo piuttosto semplice: la fatica fisica nel gestire le vigne. 
Raffaella Bissoni, trent’anni fa è stata tra le prime donne a rompere questo cliché culturale in Italia.
 
Dal meraviglioso colle di Casticciano, un “balcone naturale” che si affaccia sull’Adriatico, nelle vicinanze del borgo medioevale di Bertinoro, spiccano le ordinate vigne della Cantina Bissoni.
 
11 ettari di cui 5 vitati a circa 200 metri di altezza sul mare.
 
Dai tempi degli antichi romani dell’Imperatore Teodosio, nel cuore della Romagna, Raffaella continua nella tradizione coltivando solo le due varietà d’uva più tipiche del territorio: 
Sangiovese e Albana, 30.000 bottiglie prodotte all’anno. 
 
Grazie ad un terroir unico: le colline di Bertinoro si caratterizzano per la presenza di Spungone ossia tufo di origine marina, sono arrivati tantissimi riconoscimenti internazionali per questi vini raffinati ed eleganti. Gli strati di Spungone contengono minerali molto adatti alla coltivazione della vite capaci di donare particolare complessità e mineralità ai vini.
Raffaella ha voluto trasmettere al suo quotidiano lavoro, il suo approccio alla vita molto attento e garbato, spesso agli antipodi dell’industrializzazione e meccanizzazione che il settore viticolo ha costretto molti imprenditori ad approcciare.
Anche durante gli anni di crisi, Raffaella ha mantenuto tra gli obiettivi fondamentali il perseguimento dell’altissima qualità da raggiungere attraverso basse rese con una media di 70 quintali per ettaro, raccolta manuale dei grappoli e un processo pienamente ecocompatibile testimoniato dall’ottenimento della certificazione “Biologica”( ottenuta nel 2016) da parte dell’autorevole ente indipendente CCPB.

 
Una imprenditrice che segue il ritmo e le esigenze della campagna a scapito tante volte di produzioni massive capaci di dare fatturati maggiori.  I filari ad esempio non vengono diserbati e l’erba viene tagliata raramente in modo di lasciar vivere un ecosistema di piante spontanee che contribuiscono a dare complessità ai terreni sotto i vigneti in modo da accentuare le note gustative dei vini. Il “Girapoggio” fresco e fruttato per passare al più maturo “Bissoni Riserva” fino ad arrivare alla riserva speciale affinata in barrique francesi “ Vigna Colecchio” sono  tante espressioni del Sangiovese capaci di ottenere riconoscimenti mondiali come la medaglia d’oro del  Concours Mondial du Bruxelles 2013 specificatamente con le bottiglie del Sangiovese Superiore riserva 2008.
 
Una imprenditrice di successo, che fa del rispetto della vigna il suo modo di vivere, capace di portare in giro nei più importanti ristoranti internazionali un prodotto estremamente semplice e divertente come il Sangiovese, ma mai scontato e banale grazie alla meticolosa cura femminile per ogni singolo dettaglio del processo produttivo.