Se non si trattasse di una drammatica tragedia, sarebbe una vera e prorpia farsa quella in corso nelle aule giudiziarie pakistane dove oggi, per l’ennesima volta, nessuna decisione è stata presa nei confronti di Shabbar Abbas, l’uomo accusato dalla Procura reggiana di aver ucciso la figlia Saman per poi seppellirla in un casolare diroccato a Novellara. Il magistrato preposto al caso era impegnato nel sopralluogo del crollo di un ponte in costruzione e non ha potuto presenziare all’udienza: questa la causa dell’ennesimo rinvio e degli svariati motivi con cui il Tribunale di Islamabad continua a non affrontare il caso. Oggi si doveva sciogliere la riserva sulla richiesta di rilascio su cauzione avanzata dalla difesa di Shabbar Abbas: se ne riparlerà (forse) il 9 marzo, data nella quale era già stata programmata un’altra udienza, la 14esima, per ascoltare i funzionari del Ministero degli Interni e degli Esteri che si sono occupati dell’istruttoria del fascicolo per l’estradizione dell’uomo.
Nessuna risposta sempre da parte del Pakistan, anche rispetto alla richiesta di predisporre un videocollegamento in modo che il 46enne anche da Islamabad possa prendere parte al processo a suo carico iniziato a Reggio: richiesta della procura, avallata dalla Corte d’Assise e trasmessa al Pakistan dal ministro della Giustizia Carlo Nordio. La data prevista per il collegamento è il 17 marzo.
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Quindi il messaggio è : " si continui nel trucidare palestinesi fino a circa 6.000.000, numero stimato di ebrei trucidati dai nazisti, e nel caso […]