Salvini: superare il 3%? Non si può, si deve. Di Maio: parole irresponsabili

Matteo Salvini in Parlamento

“Superare il 3%? “Non si può, si deve”. Lo ha detto Matteo Salvini a Porta a Porta. “È mio dovere superare i vincoli europei se affamano le famiglie italiane. Il limite delle 3% è l’ultima delle mie preoccupazioni”. “Prima di spararle sul rapporto debito-pil mettiamoci a tagliare tutto quello che non è stato tagliato in questi anni di spese inutili e di grande evasione”: lo ha affermato il ministro del lavoro e dello sviluppo economico Luigi Di Maio prima di incontrare gli imprenditori umbri nella sede di Confindustria Umbria, a Perugia.

Il ministro, dopo aver ricordato che sta incontrando in ogni regione gli industriali e le imprese che “chiedono stabilità al Paese e sono quel tessuto produttivo che permette di creare lavoro”, ha sottolineato che “è abbastanza irresponsabile far aumentare lo spread in questo modo come sta accadendo in queste ore, parlando di sforamento del rapporto debito-pil che è ancora più preoccupante dello sforamento del rapporto deficit-pil”. “Questo è un Paese – ha aggiunto – che ha 300 miliardi di euro di evasione fiscale e ha grandi evasori da cui si possono recuperare grandi risorse”.

E sale lo spread. Sono le parole di Matteo Salvini ad aver provocato il balzo dello spread degli ultimi due giorni fino a sfiorare, oggi, quota 290. Lo dicono due report, uno di Unicredit e uno di Mps: ‘I Btp sono stati sotto pressione dopo i commenti di Matteo Salvini sul deficit’, dice la banca milanese. ‘Rimangono sotto pressione i Btp dopo alcune dichiarazioni del Vice Premier, Salvini, sul fatto che il governo potrebbe sforare il deficit del 3% con la prossima legge di bilancio”, concorda Mps. Unicredit nota che i prezzi sono sotto pressione (e i rendimenti salgono di pari passo) per una combinazione di fattori, fra cui ‘un peggioramento dell’appetito per il rischio a livello globale, così come la prudenza degli investitori in vista delle elezioni per il Parlamento europeo’. Le parole del vicepremier e ministro dell’Interno hanno fatto impennare il differenziale di rendimento, che oggi è continuato a salire.