Lo scorso 6 febbraio la polizia di Stato ha trovato e sequestrato, nei pressi della zona industriale di Rubiera, 172 kg di cocaina, per un valore economico sul mercato di oltre 25 milioni di euro. Sono state arrestate tre persone, tutte incensurate e di nazionalità albanese: due di loro sono risultate essere fratello e sorella, rispettivamente di 21 e 28 anni; il terzo, invece, è un uomo di 42 anni.
L’attività di indagine, basata su costanti scambi di informazioni tra le autorità di polizia italiane e albanesi, ha permesso ai poliziotti delle squadre mobili di Modena e Bologna di anticipare l’arrivo sul territorio italiano di una Renault Captur con a bordo due cittadini albanesi, che avrebbero dovuto incontrarsi con un corriere per concludere una rilevante compravendita di cocaina.
L’auto segnalata dalle autorità albanesi è stata individuata sin dalle prime ore di mercoledì 5 febbraio a Trieste, dove fratello e sorella hanno pernottato. Il giorno seguente i due hanno preso l’autostrada fino a Reggio per arrivare infine nella zona industriale di Rubiera.
I poliziotti, appostati nelle vicinanze, hanno potuto notare l’arrivo di un camion: l’autista, con fare circospetto, ha atteso per qualche minuto prima di scendere dal mezzo e consegnare una busta rigida gialla e voluminosa ai due fratelli. A quel punto gli investigatori della polizia sono intervenuti fermando l’affare.
All’interno della grossa busta gialla c’erano quindici involucri a forma di parallelepipedo, risultati poi contenere cocaina per un peso complessivo di oltre 16,35 chilogrammi. Inevitabile, a quel punto, che la perquisizione venisse estesa anche all’autoarticolato, ed è intuibile anche l’esito dell’operazione: nel rimorchio gli agenti hanno trovato 145 panetti di cocaina – in parte nascosti in un vano ricavato al di sotto di alcune assi in legno, in parte occultati all’interno delle stesse assi – per un peso complessivo lordo di 156 kg di sostanza stupefacente.







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Custodisco, eredità di mio padre, la collezione quasi completa de "Il quaderno dell'attivista" pubblicazione del Partito Comunista Italiano degli anni quaranta e cinquanta dedicata ai
Attivista = semper mej che lavorer….
Giano bifronte... ipocrisia al top!