I veti posti su alcuni personaggi di primo piano come Massimo D’Alema agitano le acque del Partito democratico: “Nella costruzione del percorso costituente che ha portato all’approvazione del Manifesto del Nuovo Pd mai tra Enrico Letta e Roberto Speranza si è fatto riferimento a singole personalità e tanto meno a Massimo D’Alema”. Il diretto interessato sorride e non cede alle provocazioni: “Sono in pensione da 7 anni, non partecipo al dibattito”, risponde a chi gli chiede di replicare.
E’ difficile tentare di cancellare la storia senza che si lascino strascichi a complicare una riappacificazione amara, ma “politicamente necessaria”. Tanto “necessaria” che il candidato Stefano Bonaccini si è trovato obbligato a rimarcare: “Mi interessa poco che rientrino dirigenti ed ex dirigenti, a me interessa recuperare quei 7 milioni di elettori che abbiamo perso per strada”. Mentre l’altra candidata, Elly Schlein, non esista a parlare di “ricongiungimento familiare”. Guarda invece con favore al cambio del nome Andrea Orlando che, oltre a confermare “consonanza” con la Schlein, dice che “ricostruire il partito con nome, programma e simboli, è una scommessa che vale la pena fare”. Intanto, prosegue la corsa dei 4 per la segreteria. Bonaccini, Schlein, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli, dopo il confronto in tv da Lucia Annunziata, saranno in giro per l’Italia e si vedranno con le donne del partito al Nazareno per raccontarsi e fare il punto sui programmi.
Ultimi commenti
Penso che ormai sia già tardi per poter solo pensare di potersi opporre dal totale degrado di tutte le amministrazioni che ci hanno portato a
Continuare a votare a sinistra aspettandosi ordine e sicurezza .....🤣😂.
Giusto per non alimentare polemiche :-). Questi non si espongono mai.