Regionali. Giorgetti (Lega): per rilanciare l’Emilia meno tasse

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“La ricetta per il rilancio del Sistema-Emilia? Meno tasse, meno “ragioneria” agli ordini di Bruxelles: occorre liberare il talento dei nostri imprenditori. Perché se è vero che non abbiamo il petrolio, è anche vero che creativià, talento e voglia di fare non mancano di certo in Emilia-Romagna”.

Questa la ricetta proposta dall’ex Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, il leghista Giancarlo Giorgetti, alla nutrita schiera di imprenditori reggiani, che ieri sera hanno partecipato all’incontro, moderato dalla giornalista Cristiana Boni, “Idee per il rilancio dell’Emilia-Romagna e dell’intero Paese”, che si è svolto all’hotel Posta.

Di fronte a una sala gremitissima (oltre cento le persone intervenute), Giorgetti ha risposto alle domande dei rappresentanti della associazioni imprenditoriali (Mauro Macchiaverna, vice presidente Unindustria Reggio; Marcello Bonvicini, presidente Confagricoltura Reggio; Annamria Terenziani, presidente Confedilizia Reggio; Tiziano Pattacini, presidente Ance Reggio Emilia- sezione costruttori edili Unindustria; Alfeo Carretti, Cna Industria) toccando tutti i temi dell’attualità politica.

Dalla candidatura di Lucia Borgonzoni a prossimo governatore dell’Emilia-Romagna per il centrodestra “votarla significa puntare sul “coraggio” di fare scelte importanti per il futuro di una regione che aspetta da troppo tempo di essere messa nelle condizioni di liberare il proprio saper fare” – ha sottolineato il leghista; alla candidatura “last minute” nelle liste del Carroccio di Cinzia Rubertelli, “un partito che passa dal 15 ad oltre il 30% deve necessariamente aprire le porte a chi può portare un valore aggiunto”.

Poi, Giorgetti, di fronte alla plaeta degli imprenditori e dei candidati alle regionali della Lega (Matteo Malato, Cinzia Rubertelli, Riccardo Rovesti, Maura Catellani, Carmen De Vito ed il consigliere regionale uscente e ricandidato,Gabriele Delmonte, che ha aperto la serata sottolineando come il voto di domenica sarà “un voto storico, che potrà cambiare le sorti non solo della nostra regione ma del Paese intero”), è anche entrato nel dettaglio del programma elettorale della Lega.

“Il taglio delle tasse e la riduzione drastica della burocrazia – che intralcia le imprese – devono essere il punto di partenza del rilancio. Almeno a partire dal 1996 – ha sottolineato Giorgetti – e sino ad oggi, l’economia è stata declinata nella dialettica politica come ragioneria, finalizzata a far tornare i conti di quelli che erano e sono i diktat dell’Eurorpa. Mentre l’economia è creazione di ricchezza che avviene per il tramire del sistema delle imprese”. “Pertanto: o siamo in grado di rilanciare i punti di forza del nostro “saper fare” e correggerne le criticità o ci condanniamo al declino. A prescindere da quello che dicono gli indicatori di Fmi, Ocse e Bankitalia, sul Pil e la disoccupazione, infatti, il vero e unico dato su cui riflettere è connesso alla fuga di cervelli, ovvero al numero dei giovani laureati che lasciano il nostro Paese per cercare di crearsi un futuro all’estero”.

Giorgetti ha infatti ribadito con forza che “le ricchezze dell’Italia e dell’Emilia-Romagna sono l’intelligenza, la creatività, il talento e la capacitò di fare. Se questa capacità emigrano all’estero, non abbiamo piu nulla. L’unica cosa che deve fare la politica, pertanto, è quella di riuscire a creare un ambiente favorevole affinché questa “capacità di fare” possa esprimersi. E per farlo occorre intervenire su: burocrazia, infrastrutture, sistema fiscale e, non da ultimo anche mettendo mano ai codici civile e fallimentare (non costa nulla e si potrebbe fare in tempi brevissimi)”.

L’onorevole leghista ha, da ultimo, ribadito anche la necessità che l’Italia “si faccia valere da rappresentanti idonei in Europa, dove le leve del comando sono nelle mani di francesi e tedeschi “che a differenza nostra, prima tutelano i loro Paese e solo in un secondo momento quelli dell’Europa” e, sollecitato sul tema dagli imprenditori, “che occorre rilanciare il Sud Italia, poiché il reddito di cittadinanza non può essere la cura, ma è uno strumento prettamente elettorale, e che ha già dimostrato tutta la sua inefficacia”.