Tra il pomeriggio di giovedì 6 febbraio e la mattinata di venerdì 7 febbraio i carabinieri hanno arrestato e portato in carcere due persone che, secondo quanto accertato dalla giustizia, avevano l’incarico di riciclare i soldi provenienti dalle attività criminali della cosca Grande Aracri: si tratta di un uomo di 51 anni, di origini calabresi ma residente a Reggiolo, e di un uomo di 44 anni, anche lui di origini calabresi ma residente a Reggio, entrambi condannati in via definitiva a 2 anni e 4 mesi di reclusione.
I due erano risultati coinvolti nell’operazione Taurus, condotta dal Reparto operativo speciale (Ros) dei carabinieri: coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Venezia e scattata nel luglio del 2020, con perquisizioni in Veneto, Emilia-Romagna e Calabria, l’operazione aveva portato all’arresto di 33 persone (ma gli indagati erano oltre un centinaio), accusate a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsione, rapina, usura, ricettazione, riciclaggio, turbata libertà degli incanti, furto aggravato e favoreggiamento; in quell’occasione erano stati anche sequestrati beni per oltre tre milioni di euro.
L’iter processuale a carico del 51enne si è concluso con una sentenza di condanna emessa il 18 aprile del 2023 dalla terza sezione della Corte d’appello di Venezia, divenuta poi definitiva lo scorso 5 febbraio: detratto il mese di custodia cautelare già passato in carcere allora, l’uomo deve scontare una pena residua di due anni e tre mesi di reclusione. Iter praticamente identico anche per il 44enne, che deve ancora scontare però l’intera condanna di due anni e quattro mesi.
Per questi motivi il 6 febbraio l’Ufficio esecuzioni penali della Procura generale della Repubblica presso la Corte d’appello di Venezia ha emesso l’ordine di esecuzione per la carcerazione nei confronti di entrambi gli uomini: lo stesso giorno i carabinieri di Reggiolo hanno rintracciato il cinquantunenne presso la sua abitazione, lo hanno arrestato e lo hanno accompagnato in carcere; la mattina seguente, invece, i carabinieri della stazione di Reggio Santa Croce hanno fatto lo stesso con il quarantaquattrenne.







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