Reggio. Unione giuristi cattolici e vescovo, un convegno sul fine vita

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L’Unione Giuristi Cattolici di Reggio Emilia organizza, il 31 maggio alle ore 15 presso la Sala del Museo Diocesano, un convegno di approfondimento sulla sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato l’inammissibilità del referendum sull’«omicidio del consenziente», ed in merito agli effetti che la pronuncia potrebbe determinare sulla discussione parlamentare in corso.

A guidare la riflessione saranno alcuni fra i maggiori protagonisti dell’attuale dibattito nazionale, sempre molto acceso, su tali tematiche. Introdurrà i lavori il Presidente emerito della Corte costituzionale Cesare Mirabelli, seguito poi da Carmelo Leotta, ordinario di diritto penale e avvocato difensore di uno dei Comitati costituti in giudizio nel corso del processo davanti alla Consulta. Sarà presente l’autorevole voce dell’Ordine dei Medici, con Pierantonio Muzzetto, presidente dell’Ordine di Parma e membro della Consulta Deontologica Nazionale, sentito in audizione dalle Commissioni parlamentari, durante i lavori sul ddl poi licenziato dalla Camera. Chiuderà il vescovo di Reggio Emilia, Giacomo Morandi, fra i principali estensori della Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede
“Samaritanus Bonus” del settembre 2020, con cui la Chiesa cattolica ha definito il suo insegnamento sulla materia.
L’evento è realizzato in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati, l’Associazione dei Medici Cattolici e l’Unione delle Camere Penali, di Reggio Emilia.
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Il tema
La sentenza della Corte costituzionale aggiunge un importante tassello al quadro giurisprudenziale che si va formando, dal 2018, sul fine-vita. Chiamata a decidere dell’ammissibilità del referendum, che proponeva di rendere
penalmente lecita l’uccisione di una persona sulla base del solo suo consenso, la Consulta ha precisato che il quesito ha un contenuto in netto contrasto con la Costituzione.

Il diritto alla vita è infatti il primo dei diritti inviolabili dell’uomo ed esso appartiene “all’essenza dei valori supremi sui quali si fonda la Costituzione italiana”. Le norme che lo tutelano rispondono ad una concezione basata sul valore assoluto della persona umana e, volte a rendere effettivo un diritto fondamentale della persona, configurano un contenuto minimo “costituzionalmente vincolato”, perciò non comprimibile in alcun modo.

Abrogare tali norme, significa abdicare alla tutela delle persone più deboli e vulnerabili, che a fronte di eventi di varia natura (non solo di salute fisica, ma anche affettivi, familiari, sociali o economici), potrebbero essere indotte a scelte non meditate e irreversibili. Magari sotto l’influsso e la suggestione di terzi.

Significa aderire ad un concetto astratto di autodeterminazione, che non tiene conto delle situazioni concrete in cui le scelte della persona in difficoltà maturano.
Il quesito, così come formulato e se accolto, avrebbe infatti consentito l’omicidio al di fuori dell’ipotesi di malattie gravi e irreversibili; egualmente sarebbero state del tutto indifferenti le qualità del soggetto attivo, che poteva non essere neppure un esercente la professione sanitaria; e pure i mezzi utilizzati, potendo la richiesta referendaria astrattamente legittimare perfino l’utilizzo di armi o mezzi violenti, per lo scopo.

Conclude la Corte costituzionale: “Vietando ai terzi di farsi esecutori delle altrui richieste di morte, pur validamente espresse, l’incriminazione dell’omicidio del consenziente assolve, in effetti, come quella dell’aiuto al suicidio (ordinanza n. 207 del 2018), allo scopo, di perdurante attualità, di proteggere il diritto alla vita, soprattutto – ma occorre aggiungere: non soltanto – delle persone più deboli e vulnerabili, in confronto a scelte estreme e irreparabili, collegate a situazioni, magari solo momentanee, di difficoltà e sofferenza, o anche soltanto non sufficientemente meditate”.
La prospettiva solidaristica di “tutela del debole”, dichiarata così dalla Corte fondamento inderogabile del nostro ordinamento, coincide con i più autentici valori umani e cristiani e costituisce fonte di ispirazione per l’Unione Giuristi Cattolici, che di una tale cultura vuole farsi promotrice, con questa ed altre iniziative future.
Il Convegno è accreditato per la formazione degli avvocati; la partecipazione per i non professionisti è libera e gratuita, fino al raggiungimento dei posti disponibili, previa iscrizione all’indirizzo ugci.re@gmail.com.

Il Convegno sarà visibile sul canale Youtube del settimanale diocesano “La Libertà TV” all’indirizzo https://youtu.be/kJbupQGqAV4 e sul portale giuridico Gestiolex, previa registrazione, all’indirizzo https://www.gestiolex.it/fad-quale-legge-per-ilfine-vita-dopo-la-sentenza-20-2022/.