Reggio. “Parole parole parole”, contro violenza donne, al Chierici e Musei

parole2

L’opera “Parole parole parole” di Elena Mazzi, artista reggiana riconosciuta per il suo approccio artistico di tipo “antropologico” caratterizzato dal lavoro con le comunità e l’ascolto del territorio, continua il suo cammino di contaminazione del territorio, come preannunciato dall’artista e dal Comune di Reggio Emilia, raggiungendo il liceo Chierici e il Palazzo dei Musei.

“Parole Parole Parole” è un’opera diffusa, creata per essere “contaminante” e per trasmettere a cittadini e cittadine una sensazione di consapevolezza e di responsabilità sempre più collettiva, nell’intento di scardinare i presupposti culturali alla base delle discriminazioni e della violenza sulle donne.

Venerdì 28 gennaio, dalle ore 12, si è svolta l’inaugurazione dell’opera al liceo Chierici, realizzata grazie al contributo dell’associazione Soroptimist, con la partecipazione del dirigente scolastico Daniele Corzani, della vicepreside Lorella Borciani, delle professoresse Isabel Lasagni e Maria Giuseppina Bo e di alunni e alunne della classe 4A. Erano inoltre presenti all’inaugurazione l’assessora alla cultura e alla pari opportunità Annalisa Rabitti, l’artista Elena Mazzi e i rappresentati del Soroptimist Club RE: Chiara Davoli, Presidente del Club nel biennio precedente e promotrice dell’iniziativa; Annalisa Benaglia, referente per le pari opportunità; Alessandra Iellamo, vice presidente e Annamaria Fontana, segreteria.

Il progetto del liceo Chierici tuttavia non è finito. I ragazzi e le ragazze coinvolte hanno espresso la volontà di continuare questo progetto e di approfondire il tema; il workshop quindi proseguirà invitando la classe a raccogliere altre parole da tradurre in forma artistica.

La mattinata è proseguita a Palazzo dei Musei dove è stata inaugurata l’istallazione dell’opera, sostenuta dal Comune di Reggio Emilia. Il secondo accesso di Palazzo dei Musei può avvalersi ora di questa nuova installazione a testimonianza dell’impegno istituzionale nel prevenire e contrastare le discriminazioni e la violenza di genere.

HANNO DETTO

“Parole parole parole – dichiara l’assessora alla cultura e alle pari opportunità Annalisa Rabitti – ha permesso di raccontare un tema complesso, difficile, purtroppo drammaticamente attuale, come quello della violenza contro le donne, con una chiave di lettura alla portata di tutti e tutte. Le parole sono state il motore trainante: ascoltate, raccolte, confrontate, intrecciate, disegnate, trasformate in segno grafico, hanno reso arte anche il processo di lavoro stesso. Grazie allo sguardo di Elena Mazzi – uno sguardo femminile che ha saputo ascoltare, osservare, connettersi con il territorio – è stata realizzata un’opera che da un lato appare colorata e gioiosa, ma dall’altro riserba un momento di sorpresa e stupore nel leggere le parole che contiene. La particolarità dell’opera è che rappresenta un percorso che non si interrompe, ma, essendo la violenza di genere un tema all’ordine del giorno, si diffonde negli spazi fornendo uno spunto di riflessione continuo. La sua installazione al liceo Chierici e le attività nate da questo percorso sono state un importante momento di confronto e formazione per studenti e studentesse, così come l’inserimento dell’opera nel Palazzo dei Musei rappresenta un impegno condiviso per i luoghi istituzionali della città nel tenere viva l’attenzione sul tema delle violenze di genere.”

“Questa – afferma il dirigente scolastico Daniele Corzani – è certamente una esperienza di grande valore didattico, educativo e formativo che ci dà la possibilità di mettere in pratica concretamente nel vivere quotidiano scolastico i principi fondamentali che studiamo e analizziamo. In particolare ci consente di affrontare esperienze dirette di applicazione, riflessione e interiorizzazione di principi fondamentali del nostro vivere civile. La scuola nel quotidiano esercizio di democrazia e legalità ha molto bisogno di queste opportunità per dare sostanza all’acquisizione di questi saperi che sono molto importanti per la crescita culturale e personale degli studenti”.

È stata una esperienza formativa anche per me – dichiara l’artista Elena Mazzi – perchè i ragazzi e le ragazze sono stati molto attivi nel rispondere e si è creato un dialogo costante, nonostante fossimo on line, che ci ha permesso di andare in profondità su alcuni temi. L’idea è di proseguire il lavoro e di fare una nuovo workshop più pratico dove insieme continueremo il processo affinché anche i ragazzi e le ragazze possano raccontare il loro punto di vista e definire un loro pattern da installare nella parete di fronte all’installazione attuale.

La docente Isabel Lasagni, che ha seguito le alunne racconta: “Gli studenti hanno partecipato con grande coinvolgimento ai workshops con l’artista Elena Mazzi e con le operatrici delle Associazioni coinvolte nel progetto. Nonostante la complessità e la delicatezza del tema si è creato un clima di empatia e apertura al dialogo che ha permesso ai ragazzi di condividere pensieri e riflessioni. Gli studenti hanno avuto l’opportunità di ripercorrere, con l’artista, le fasi del processo creativo fino all’installazione dell’opera che, con i suoi colori e le sue forme, accompagna la quotidianità dei ragazzi e che invita a non abbassare mai la guardia”.

“La nostra associazione Soroptimist club Reggio Emilia – aggiunge Chiara Davoli – ha voluto contribuire alla realizzazione negli spazi del liceo Chierici dell’opera d’arte di Elena Mazzi perchè questo percorso ha sensibilizzato le ragazze e i ragazzi che frequentano la scuola e rappresenta un segno tangibile di come la creatività possa contribuire ad affrontare temi così importanti. L’installazione è realizzata in maniera fresca e giovane, ma con una storia profonda, tessuta dall’artista con l‘ Associazione Nondasola e donne vittime di violenza”.

IL PROGETTO

Il progetto di Elena Mazzi Parole parole, parole nasce con l’intento di trasformare le parole, le emozioni, le riflessioni sulla violenza di genere in espressioni artistiche per contribuire alla formazione di una cultura improntata al contrasto della violenza sulle donne. Attraverso percorsi partecipati di confronto ed esperienze, intrecciando un dialogo con i cittadini e le cittadine, ha preso vita l’opera pubblica che è stata GIà diffusa in alcuni luoghi della città: Biblioteca Panizzi, Spazio Gerra, Centro Antiviolenza, nella sede dell’Associazione Nondasola e delle Lunenomadi, e nella Casa della cultura del Comune di Casina.

Elena Mazzi, in sinergia con l’Amministrazione del Comune di Reggio Emilia, nel corso del 2020 e 2021 ha lavorato attraverso incontri con associazioni del territorio e referenti delle istituzioni che compongono il Tavolo interistituzionale per il contrasto alla violenza maschile sulle donne, con il Centro Antiviolenza gestito dall’Associazione Nondasola e con donne che hanno incontrato la violenza maschile direttamente o indirettamente. Ha ascoltato e raccolto le loro parole e le ha trasformate in immagine realizzando un pattern che si fa trama di una carta da parati. La carta da parati è un oggetto contemporaneo, alla portata di tutti, che si utilizza in alcuni ambienti intimi della casa, ma che può anche essere trasferita in ambienti pubblici e istituzionali invadendoli silenziosamente e diventando parte dell’architettura urbana a testimonianza dell’impegno quotidiano nel contrasto alla violenza di genere e per sensibilizzare la cittadinanza sul tema fondamentale dei diritti delle donne.

Liceo “G. Chierici”

Nello scorso anno scolastico studenti e studentesse della classe 3A dell’indirizzo Design Moda del Liceo “G. Chierici” hanno preso parte a una serie di incontri, messi a disposizione dal Comune di Reggio Emilia con il prezioso contributo dell’Associazione Nondasola e dell’artista Elena Mazzi. I workshop, finalizzati a dialogare e riflettere su come il linguaggio artistico ed espressivo possa divenire uno strumento per contrastare gli stereotipi di genere e prevenire le discriminazioni, sono stati utili per individuare nella ricerca, nell’osservazione e nell’ascolto possibili intrecci per costruire un vocabolario di parole condivise e intessere un sentire relazionale comune. I ragazzi e le ragazze coinvolte, dopo il percorso intrapreso con l’associazione Nondasola ed Elena Mazzi, hanno espresso la volontà di continuare questo progetto e di approfondire il tema; il workshop quindi proseguirà invitando la classe a raccogliere altre parole da tradurre in forma artistica. Quest’esigenza nasce dalla consapevolezza che, attraverso l’osservazione, l’ascolto e la ricerca, chiunque possa fare la differenza partecipando attivamente alla prevenzione e alla lotta contro la violenza sulle donne.

La carta da parati è un oggetto contemporaneo, alla portata di tutti, che si utilizza in alcuni ambienti intimi della casa, ma che può anche essere trasferita in edifici istituzionali invadendoli silenziosamente e diventando parte dell’architettura urbana come sarà ora nel Palazzo dei Musei dopo la biblioteca Panizzi, e lo spazio Gerra. I luoghi interessati dalle installazioni lasciano così in città un segno permanente a testimonianza dell’impegno e del coinvolgimento di tutte e tutti nel prevenire e contrastare le discriminazioni e la violenza di genere.

Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984) dopo gli studi presso l’Università di Siena e lo IUAV di Venezia, ha trascorso un periodo di formazione al Royal Institute of Art (Konsthögskolan) di Stoccolma. Partendo dall’esame di territori specifici, nelle sue opere rilegge il patrimonio culturale e naturale dei luoghi intrecciando storie, fatti e fantasie trasmesse dalle comunità locali, nell’intento di suggerire possibili risoluzioni del conflitto uomo-natura-cultura. La sua metodologia di lavoro, vicina all’antropologia, privilegia un approccio olistico volto a ricucire fratture in atto nella società, che parte dall’osservazione e procede combinando saperi diversi.

Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive, tra cui: Whitechapel Gallery di Londra, BOZAR a Bruxelles, Museo del Novecento di Firenze, MAGA di Gallarate, GAMeC a Bergamo, MAMbo a Bologna, AlbumArte a Roma, Sonje Art Center a Seoul, Palazzo Ducale a Urbino, Palazzo Fortuny a Venezia, Fondazione Golinelli a Bologna, Centro Pecci per l’arte contemporanea a Prato, 16° Quadriennale di Roma, GAM di Torino, 14° Biennale di Istanbul, 17° BJCEM Biennale del Mediterraneo, Fittja Pavilion durante la 14° Biennale d’Architettura di Venezia, COP17 a Durban, Istituto Italiano di Cultura a New York, Bruxelles, Stoccolma, Johannesburg e Cape Town, Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia. Ha partecipato a diversi programmi di residenza tra cui ZK/U a Berlino, Skaftfell Center for the Arts in Islanda, HIAP a Helsinki, Guilmi Art project in Abruzzo, Via Farini a Milano, Fundacion Botin in Spagna, Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, Future Farmers A.I.R. a San Francisco, Spinola Banna per l’arte, Botkyrka AIR a Stoccolma.

È vincitrice, tra gli altri, di Cantica21 promosso dal Ministero degli Esteri e dal Ministero dei Beni Culturali, della 7° edizione dell’Italian Council promosso dal Ministero dei Beni Culturali, del XVII Premio Ermanno Casoli, Premio STEP Beyond, Premio OnBoard, VISIO Young Talent Acquisition prize, premio Eneganart, borsa Illy per Unidee, Fondazione Pistoletto, nctm e l’arte, premio Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, premio Lerici Foundation, Movin’up.