Scrive in una nota Alessandro Casolari del coordinamento provinciale di Fratelli d’Italia a Reggio Emilia: “Dal 1943 al 1946 migliaia di uomini, donne e bambini sono stati seviziati, massacrati, gettati ancora vivi nelle foibe, nei fiumi e nell’Adriatico dai partigiani comunisti di Tito. Spesso con la complicità e la fattiva collaborazione dei comunisti italiani. Togliatti aveva disposto il passaggio delle brigate garibaldine del Friuli alle dipendenze di quel IX Corpus titino divenuto tristemente famoso per gli eccidi e questo spiega la determinazione con la quale le sinistre difendono le teorie negazioniste e/o giustificazioniste.
Il P.C.I. aveva inoltre fomentato l’odio contro gli esuli, che nelle stazioni ferroviarie furono insultati, aggrediti, presi a sassate e si videro gettare a terra il latte destinato ai bambini.
Il 10 febbraio, nel Giorno del Ricordo istituito dalla “legge Menia”, votata nel marzo 2004 con ampio consenso da parte di centrodestra e centrosinistra, rappresentanti del Coordinamento Provinciale di Fratelli d’Italia e un buon numero di militanti, si sono ritrovati a Coviolo in Viale Martiri delle Foibe per deporre un mazzo di fiori e ricordare questi Italiani, militari e civili, vittime dell’odio rosso nelle nostre terre giuliano dalmate e successivamente profughi in casa loro”.
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