Reggio. ‘La timidezza delle chiome’ arriva sul grande schermo al Rosebud

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Quando la disabilità diventa un’occasione di riflessione sulle diversità… e ci coinvolge tutti. All’interno del programma dedicato alla Settimana della salute mentale, il prossimo martedì 26 (ore 21, ingresso gratuito) al cinema Rosebud, la Fondazione Durante Dopo di Noi Ets in collaborazione l’associazione Sostegno e Zucchero propongono la proiezione del film di Valentina Bertani “La timidezza delle chiome”, miglior film italiano ai Diversity Media Awards 2023. Al termine film la presidente della Fondazione, Innocenza Grillone, dialogherà con Veronica Barbanti Silva, direttore del Servizio Handicap Adulto Ausl del distretto di Reggio Emilia e con il pubblico presente in sala. Il film è prodotto dalla casa produttrice reggiana Diaviva che lo mette a disposizione gratuitamente in occasione dell’evento.

La timidezza delle chiome, è un film documentario che racconta la storia vera di due gemelli omozigoti Benjamin e Joshua Israel. I due hanno terminato la scuola e si affacciano all’età adulta. Una commedia seria che alterna toni spassosi ad altri drammatici, spaziando dal rapporto fra fratelli a quello con i genitori; dalle relazioni con gli amici a quelle con se stessi; dal desiderio di prendere la patente a quello di entrare nell’esercito israeliano.

Mentre tutti i loro amici e gli ex compagni di classe iniziano a pianificare quella che sarà la loro vita futura, i due fratelli non riescono né a capire cosa vogliono fare né immaginare il loro futuro. Essere giovani, carismatici e con un carattere spavaldo non basta, soprattutto se si ha una disabilità intellettiva e il mondo non sembra affatto intenzionato ad accoglierti.

Nonostante si sentano esclusi, i gemelli fanno i conti con i limiti imposti loro dalla società senza alcun timore di dove sbatterci contro: Benji insegue il suo sogno, quello di trovare l’amore, invece Josh vuole fare sesso per la prima volta. Il loro legame è così forte che neanche i conflitti che a volte sorgono tra loro possono intaccarlo, ma impareranno che crescere vuol dire anche dare spazio all’altro senza oscurarlo od ostacolarlo.

C’è in questo film un continuo confronto con i limiti, che si spostano più in là o che respingono. E che coinvolge ben oltre i protagonisti, invitandoci non solo a conoscere meglio le persone con disabilità intellettiva ma a interrogarci su noi stessi: in quei ragazzi non ci sono un po’ delle mie insicurezze.