In via Cecati, a Reggio, la “riqualificazione del verde” è iniziata con il taglio di quattro alberi storici: un pino silvestre, un pino dell’Himalaya e due cedri dell’Atlante.
Messi a dimora oltre sessant’anni fa, ai tempi della serra comunale, che aveva la sede proprio in quest’area, con Paride Allegri responsabile, gli alberi in questione sono stati tagliati perché non erano in buonissimo stato di salute: uno dei due cedri era già secco, gli altri erano un po’ sofferenti.
Secondo il botanico Ugo Pellini, tuttavia, “avrebbero sicuramente continuato a vegetare per ancora altri anni se non ci fosse in ballo il ‘nuovo verde che avanza’”, ha detto con una sfumatura polemica: “Meritava certamente un miglior trattamento il pino silvestre, che rappresenta la vegetazione tipica delle nostre zone al tempo del primo periodo interglaciale (undicimila anni fa); si poteva tentare di metterlo in sicurezza con un riassetto del portamento e portarlo come esempio dell’importanza di questa specie. Per lui e per gli altri alberi sempreverdi nessuna possibilità di salvezza”.
Pellini ha criticato il Comune anche su un altro aspetto della vicenda: “Non sono presenti in zona cartelli esplicativi di quello che si sta facendo e di come diventerà l’area ora definita Parco del legno. Avvisato del lavoro delle motoseghe da cittadini preoccupati, ho saputo di ciò che stava avvenendo da alcuni abitanti della zona. In questi casi una corretta segnalazione delle motivazioni e del perché si tagliano alberi mi pare più che doverosa. In quest’area vegeta anche un monumentale frassino maggiore: mi auguro non venga toccato”.







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