Reggio. In consiglio comunale approvato un debito fuori bilancio per un ricorso della Chiesa reggiana sull’Imu

duomo cattedrale di Reggio

Nella seduta di lunedì 29 novembre il consiglio comunale di Reggio ha approvato con 18 voti favorevoli (Partito Democratico, Più Europa, Immagina Reggio, Reggio è, Coalizione civica), 7 voti contrari (Lega, Alleanza civica, Forza Italia, Fratelli d’Italia e la consigliera Soragni del Movimento 5 Stelle) e un astenuto (il consigliere Bertucci del Movimento 5 Stelle) il riconoscimento di un debito fuori bilancio e la conseguente variazione di bilancio pari a 107.507,33 euro.

Si tratta di una somma scaturita dall’istanza di rimborso Imu presentata dalla chiesa cattedrale di Santa Maria Assunta di Reggio per le annualità di imposta dal 2012 al 2015 relative a tre immobili posseduti dal medesimo ente ma utilizzati da un soggetto diverso (la Congregazione delle Figlie di Gesù) per attività didattica in modalità non commerciale, per un convento e per il relativo deposito. La richiesta era stata inizialmente respinta dal Comune proprio in ragione della mancata coincidenza tra possessore e utilizzatore, come previsto da un’interpretazione “letterale” della normativa sulle esenzioni in materia di Imu.

Con una sentenza pronunciata in via definitiva lo scorso 29 giugno, tuttavia, la Commissione tributaria regionale (Ctr) di Bologna ha condannato il Comune reggiano a rifondere le spese di giudizio, per una somma pari a mille euro, oltre al rimborso dell’imposta versata (pari a 103.708,77 euro) e a 2.798,56 euro di interessi.

Secondo la Ctr, pur non essendoci coincidenza tra soggetto debitore dell’imposta e soggetto utilizzatore del bene, la chiesa cattedrale gode comunque dell’agevolazione in quanto ha concesso i locali in comodato gratuito (e non in locazione onerosa) a un altro ente ecclesiastico e per un uso non commerciale, fattispecie che rientra quindi tra le agevolazioni previste dall’articolo 7, comma 1, lettera i, del Decreto legislativo 504 del 1992.

“Attraverso il riconoscimento del debito liquidato nella sentenza – ha spiegato l’amministrazione in una nota – il Comune si adegua meramente a quanto stabilito dalla sentenza esecutiva, valutando che l’interesse pubblico è di non proseguire nel contenzioso per non gravare il debito di ulteriori interessi e spese di lite, visto che la sentenza della Ctr ha fornito congrue motivazioni sul punto interpretativo controverso e che pertanto l’esito di un eventuale ricorso in Cassazione sarebbe molto probabilmente sfavorevole al Comune”.