Reggio Emilia in Comune si schiera per il No al referendum costituzionale del 20/21 settembre, aderendo al Comitato per il No al taglio dei parlamentari di Reggio Emilia. La ragione principale è semplice: i limiti dell’attuale modello politico rappresentativo non si risolvono con tagli lineari dei parlamentari.
La proposta della riduzione dei parlamentari infatti è argomento datato che andrebbe affrontato con quella delicatezza politica oggi smarrita perché fagocitata dal sentimento antipolitico e anticasta, sempre più galoppante.
Ridurre di 230 eletti la Camera dei Deputati e di 115 il Senato, lasciando intatto il bicameralismo perfetto e tutti i meccanismi parlamentari, significa tagliare le poltrone per costruire troni.
Se la proposta dovesse passare ci troveremmo davanti ad un accentramento del potere parlamentare in mano a pochi rappresentanti con l’esclusione di intere Regioni e di partiti. Un insulto alla democrazia che varrebbe un risparmio di 57 milioni all’anno, ossia lo 0,007% del bilancio statale. Tradotto: un caffè per cittadino all’anno.
Se esiste una casta legata alle “poltrone” è di sicuro da ricercare in quei movimenti che un anno governano con la destra fascista del Paese condividendone i principi e quello dopo con una coalizione di centro-sinistra.
Ultimi commenti
"CEMENTO" MORI...come dicevano i latini....
Sarebbe interessante sapere quanti diritti edificatori ancora non soddisfatti ci portiamo dalle passate giunte.
Come precisato dall'assessore Pasini la responsabilità è della precedente Giunta (di "centrodestra"?)