Reggio Emilia, donne col volto coperto in centro. La Lega: “Il velo integrale nei luoghi pubblici è incompatibile con sicurezza e diritti”

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“Il velo integrale nei luoghi pubblici è incompatibile con sicurezza e diritti. Anche a Reggio Emilia serve una risposta chiara”. A dichiararlo è Alessandro Rinaldi, consigliere comunale e segretario cittadino della Lega, intervenendo dopo la segnalazione della presenza di alcune donne con il volto coperto da burqa o niqab in centro storico, nei pressi di piazza Fontanesi.
Secondo Rinaldi, episodi come questi pongono interrogativi importanti: “Pur nel rispetto della libertà religiosa – spiega – è evidente che la copertura totale del volto pone seri problemi di sicurezza e di riconoscibilità, oltre a rappresentare, in molti casi, il simbolo di una concezione della donna subordinata e priva di autonomia”.

Il consigliere leghista ribadisce il proprio sostegno al disegno di legge promosso dalla Lega, attualmente in discussione in Parlamento, che prevede il divieto di indossare il velo integrale negli spazi pubblici, seguendo l’esempio di altri Paesi europei.
“Reggio Emilia – conclude – è una città che ha sempre fatto della tutela dei diritti e dell’integrazione un punto di forza. Proprio per questo non possiamo accettare che, nel cuore della nostra comunità, si affermino pratiche che negano l’identità e la visibilità femminile. Il Parlamento approvi quanto prima questa proposta”.



Ci sono 4 commenti

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  1. Paolo

    Velo integrale assolutamente vietato per le belle donne, assolutamente obbligatorio per le donne brutte , che diamine siamo in Democrazia.

  2. Annamaria

    Ma di quale sicurezza si sta parlando? Spero non di quella di Reggio Emilia visto che ormai è un continuo di scippi, furti e se esci la sera non senti più parlare la lingua italiana. Forse l’articolo parla della Reggio Emilia degli anni 80/90.

  3. Ivaldo Casali

    Anche con l’attuale normativa le Forze di Polizia, di Stato e Locale, possono intervenire nei luoghi pubblici per fare rispettare la legge italiana!

    La Legge dello Stato Italiano n°152/75 all’articolo 5 così dispone: “E’ vietato l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo. Il divieto si applica anche agli indumenti”…(disposizione prevista già dall’art. 85 del R.D. 18 giugno 1931 nr.773).
    Con la Legge n°155 del 2005 è stata resa più severa della precedente Legge n.152, che proibisce di circolare in luoghi pubblici con il viso coperto. Su questa disposizione si è formato anche un orientamento giurisprudenziale, non consolidato ma non contraddetto, che ribadisce la necessità di tutelare l’ordine pubblico con misure atte a evitare occultamenti o travisamenti di identità, anche per scongiurare atti di terrorismo internazionale che, ovviamente, ricomprendono quelli di matrice islamica, sui cui apparirebbe opportuno, intervenire più incisivamente, puntualizzando il concetto dell’utilizzo, residuale, “di qualsiasi altro mezzo idoneo” a travisare o a mascherare la persona umana, in modo da impedire o da rendere difficoltoso il suo riconoscimento, ricomprendendovi specificamente i particolari indumenti indossati dalle donne di religione islamica che, appunto per le loro caratteristiche, coprono interamente il corpo, rendendo impossibile il riconoscimento delle persone che li indossano (burqa e niqab).


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