Reggio. Consumatori: tamponi dai privati da 80 a 110 euro, in Lombardia massimo 62,89 euro. Non è ora di livellare i prezzi?

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A Reggio Emilia e provincia sono migliaia i cittadini e le cittadine che devono sottoporsi al tampone molecolare per verificare una possibile infezione da coronavirus. Molte di queste persone, nel tentativo di velocizzare i tempi, si rivolgo ai privati.

Oltre all’Ausl anche alcuni privati eseguono questi esami. I costi che però vengono applicati sono piuttosto elevati.

A seguito di un breve esperimento, dove abbiamo contattato diverse cliniche del territorio, abbiamo potuto appurare che tali importi variano tra gli 80 e i 110 euro.

Il tempo di attesa varia tra i 3 e i 5 giorni.

Le tempistiche delle quali stiamo parlando sono quelle riferite al tempo per processare l’esito del tampone. A questo deve essere aggiunto il tempo che intercorrerà tra il momento in cui avviamo la nostra ricerca e quello in cui troveremo un posto libero nella clinica che abbiamo scelto. Si tratta di un arco temporale che varia dalle 24 ore ai 7 giorni.

Le cliniche private agiscono nella legittima libertà di stabilire gli importi.
E’ infatti alla politica che ci rivolgiamo come associazione di consumatori.

Molte sono le persone che ci contattano per chiederci informazioni, per capire come si fa a sapere se stanno applicando un prezzo troppo alto, se ci sono tetti massimi o altro.

Tali limiti di costo ha tentato di stabilirli la regione Lombardia con una delibera (n° XI/3132 del 12/05/2020) nella quale indica come costo massimo per un tampone molecolare l’importo di euro 62,89. Questa delibera ha molteplici aspetti interessanti: studia ed analizza i processi di realizzazione di un unico tampone e ne calcola i costi, dandoci un’idea. Successivamente tenta di impegnare i privati ad agire in quest’ordine, fissando un tetto massimo condiviso.

Come per le mascherine, non sarebbe forse il momento di porre un tetto anche a questo tipo di prestazione?

Il lavoro straordinario che il sistema sanitario sta portando avanti da mesi è immenso e non possiamo non aspettarci rallentamenti, che infatti stiamo riscontrando.

In situazioni come queste, dove c’è una forte urgenza di sbloccare la situazione, lavorare anche in questa direzione ci pare importante.

Sono nell’ordine di un centinaio le persone che ci rivolgono queste domande e per dare voce a loro e ad un bisogno legittimo, ci rivolgiamo alla politica, come già facemmo scrivendo a Bonaccini e all’Assessore Donnini, per chiedere la definizione da parte della Regione di un costo massimo applicabile presso le strutture private.