Nelle scorse settimane, a oltre tre mesi dal maxi-incendio divampato nella notte tra il 10 e l’11 febbraio scorsi nell’area del polo industriale di Inalca in via Due Canali a Reggio, il Comune aveva emesso un’ordinanza per chiudere per cinque giorni il vicino parco della Resistenza (già bonificato una prima volta in precedenza) per consentire ulteriori attività di bonifica dell’area verde dopo il ritrovamento di altri frammenti di cemento-amianto – oltre a quelli già individuati all’indomani del rogo.
Ma, in tutta questa vicenda, nessun passaggio sembra esente da errori, più o meno gravi. L’ultimo esempio si è avuto venerdì 30 maggio: durante la seduta di una commissione consiliare, l’assessora comunale con delega ai parchi Carlotta Bonvicini ha mostrato ai presenti alcune immagini recenti del parco della Resistenza per sostenere la bontà della sperimentazione dei cosiddetti “sfalci ridotti”. Ma le foto hanno rivelato anche qualcosa di molto più allarmante: negli scatti, infatti, si vedono chiaramente operatori al lavoro completamente privi di qualsiasi dispositivo di protezione individuale (dpi), nonostante l’area in questione sia stata interessata da metà febbraio proprio da diversi ritrovamenti di frammenti di cemento-amianto provenienti dall’incendio del polo produttivo.
“Alla mia richiesta di chiarimenti sull’origine delle immagini”, ha raccontato il capogruppo di Fratelli d’Italia a Reggio, Cristian Paglialonga, “l’assessora ha confermato che si trattava di foto di quest’anno. Alla mia successiva segnalazione della gravissima assenza di dpi, Bonvicini ha provato a minimizzare, affermando che il materiale contenente amianto sarebbe stato individuato in un’altra zona del parco, non in quella mostrata nelle immagini”.
Una giustificazione “inaccettabile”, secondo Paglialonga, “che dimostra una pericolosa sottovalutazione del rischio. Ricordiamo che la normativa nazionale (D.Lgs. 81/2008) impone l’utilizzo dei dpi in tutte le situazioni in cui vi sia anche solo un potenziale rischio per la salute, specialmente in presenza di amianto, sostanza cancerogena di classe 1. Non solo: è irresponsabile utilizzare immagini ufficiali, trasmesse in una sede istituzionale, che mostrano chiaramente la violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro, senza provvedere ad alcuna verifica o rettifica”.
Il gruppo consiliare reggiano di Fratelli d’Italia, ha aggiunto il capogruppo, “pretende risposte immediate e un’indagine interna per accertare le condizioni operative degli sfalci nel parco della Resistenza; la trasmissione urgente delle immagini all’Ausl e agli enti di vigilanza competenti; la sospensione immediata dei lavori nell’area, fino a garanzia della sicurezza per i lavoratori e i cittadini. Chiediamo anche garanzie sulla salubrità di tutto il parco, a tutela dei cittadini. La salute e la sicurezza non sono sacrificabili sull’altare della propaganda ecologista. Se questa è l’idea di ‘cura del verde’ della giunta, allora siamo davanti a un fallimento pericoloso per la città”.







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