‘Quel gran pezzo dell’Emilia’, nel solco di Berselli

Edmondo Berselli

“Questa regione è il Sud del Nord e il Nord del Sud, è una sorta di Italia concentrata, di super-Italia. Gli emiliani sono un popolo di iper-italiani.” Parole di Edmondo Berselli, intellettuale, giornalista e scrittore modenese, autore nel 2004 di “Quel gran pezzo dell’Emilia” (Mondadori). Ha lo stesso titolo, completato dalla specifica “discorsi sull’Emilia futura”, la serata aperta a tutti che si svolge martedì 26 novembre alle 21 al Baluardo della Cittadella, in piazza Giovani di Tien an Men a Modena. Organizza la casa editrice civica digitale modenese “Il Dondolo” con il Comune di Modena.

A discutere pubblicamente di vizi e virtù, qualità e difetti, storia e prospettive dell’Emilia-Romagna e degli Emiliano Romagnoli, al ritmo dalle geniali intuizioni libere e illuminanti del sempre attuale Berselli, saranno una serie di ospiti, a partire da una terna di giornalisti del settimanale L’Espresso, per cui Edmondo Berselli è stato editorialista. Ci saranno il direttore Marco Damilano; l’inviato Gigi Riva e il giornalista Luca Bottura. Con loro, al Baluardo, interverranno Gian Carlo Muzzarelli, sindaco di Modena; Martina Bagnoli, direttrice delle Gallerie Estensi; Beppe Cottafavi, editor e direttore editoriale del Dondolo; Rita Cucchiara, docente di Intelligenza Artificiale al Dipartimento Enzo Ferrari Facoltà di Ingegneria Unimore.

“Daremo la parola – spiega Cottafavi – all’ironia micidiale di Berselli, secondo il quale l’Emilia è l’unico luogo al mondo dove il socialismo reale era riuscito a funzionare. Ma oggi che viviamo dentro quella rivoluzione digitale di cui Berselli ha visto solo l’inizio, e dove la verifica dei fatti è diventata la virtù fondamentale della resistenza politica, nell’epoca del post-fattuale e della post-verità, ci interrogheremo anche alla luce di quella divaricazione con il web di cui parla Alessandro Baricco in ‘The Game’ (Einaudi). Ricordando che la parola del momento, fake news, l’assessore alle Varie ed Eventuali Cangini (Paolo Cevoli), la tradurrebbe con ‘pugnette'”.

Per la serata è pronto un florilegio di citazioni berselliane, a partire da questa: “Un sondaggio per rilevare qual è l’immagine dell’Emilia dopo che il rosso delle bandiere comuniste è impallidito, dimostrerebbe che questo pezzo di terra è tutt’al più un’infrastruttura ambientale tirata su da Dio in persona per consentire agli uomini di creare la Ferrari.” E di mangiare da Bottura, si potrebbe aggiungere oggi.

Nelle pagine di “Quel gran pezzo dell’Emilia”, Edmondo Berselli, scomparso 9 anni fa a 59 anni, scriveva: “C’è una terra dai confini indefiniti che è il Sud del Nord e il Nord del Sud: qualcuno la chiama Emilia. Due passi più in là prende i colori della Romagna e dell’Adriatico fino a Pesaro. Di là il crinale appenninico. Guarda con curiosità Milano. Passa il Po ed è di casa a Mantova. È una terra di nichilisti ed empirici, balzani e creativi, cordiali e collerici come i pittori lunatici e naif che narrano la pianura. Questa regione è una sorta di Italia concentrata, di super-Italia. Gli emiliani sono un popolo di iper-italiani”.