Natalia Chinni, l’insegnante in pensione di 72 anni uccisa venerdì scorso a Gaggio Montano, sull’Appennino bolognese, è stata colpita sette volte da proiettili, pallini, sparati da un’arma da fuoco.
E’ questo un primo esito dell’autopsia eseguita nel pomeriggio e ancora in corso, disposta dal pm Antonello Gustapane per far luce sulle cause della morte della donna.
Per il delitto è indagato a piede libero, con l’accusa di omicidio aggravato dai futili motivi, un vicino e parente della vittima, che sin qui ha negato il proprio coinvolgimento.
Per capire quale sia l’arma utilizzata e se i proiettili siano compatibili con quelli ritrovati ieri nel fiume Reno sarà necessario un esame balistico, anche per individuare le traiettorie.
I consulenti tecnici, per la Procura Guido Pelletti e Elia Del Borrello, avrebbero inoltre fissato l’orario della morte in un arco temporale che va dalle 5 alle 15 ore precedenti al primo sopralluogo, intorno alle 4.30 di sabato mattina. I difensori dell’indagato, avvocati Angelita Tocci e Franco Oliva, hanno nominato un consulente di parte, Giuseppe Fortuni e anche i familiari della vittima, il medico legale Nicola Cucurachi.
Proseguono le indagini dei carabinieri per far luce sulle ultime ore della vittima e dell’indagato.
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