Scende in campo anche la Regione Emilia-Romagna per cercare di salvare il progetto del cosiddetto “Polo della Moda” di Max Mara Fashion Group, che sarebbe dovuto sorgere a Mancasale, nella zona industriale di Reggio, nell’area dove un tempo c’erano le Fiere della città. Come noto, il consiglio comunale reggiano lo scorso 23 giugno aveva anche definitivamente approvato all’unanimità il Paip (Piano di attuazione di interesse pubblico), ma a fine mese è arrivata l’improvvisa decisione del gruppo imprenditoriale di ritirarsi dal progetto.
Nella seduta di martedì 8 luglio, durante il question time in assemblea legislativa, sollecitato da un’interrogazione dei consiglieri di Fratelli d’Italia Alessandro Aragona e Marta Evangelisti, è intervenuto sull’argomento l’assessore regionale allo sviluppo economico Vincenzo Colla: “Ho appreso con rammarico della decisione del gruppo di abbandonare il progetto del Polo della Moda, un progetto ampio, con investimenti per 100 milioni di euro, che avrebbe riqualificato la zona con un hub produttivo e logistico, creando nuovi posti di lavoro”.
“Di fronte alla situazione che si è creata – ha aggiunto l’assessore – è nostra intenzione attivarci per una ricucitura, per consentire la realizzazione di questo importante investimento, facendo leva sul modello di concertazione che la Regione ha fatto proprio con il Patto per il lavoro e per il clima, modello unico a livello nazionale. E lo faremo come una grande opportunità, per dare nuovo slancio alla moda in Emilia-Romagna e come occasione per portare innovazione e nuovo valore alle nostre imprese, consolidando il legame tra istituzioni, grandi marchi e piccole e medie imprese”.
Nella sua replica, la consigliera Evangelisti ha espresso tutta la sua insoddisfazione “per una risposta che non c’è stata. Oggi parliamo di un investimento perduto, di posti di lavoro che non saranno creati a Reggio. Parliamo di una vicenda che ha nomi e cognomi precisi, ascrivibile all’inadeguatezza di una classe politica che non ha saputo intrattenere rapporti di reciproca fiducia con le realtà imprenditoriali del territorio. Ad oggi, la fotografia di Reggio rende conto di un clima divisivo e ostile rispetto a certe realtà imprenditoriali e c’è una classe politica che deve interrogarsi sulle proprie responsabilità. Auspichiamo che Reggio torni a essere un luogo nel quale le nostre grandi eccellenze possano continuare a coniugare la tradizione del saper fare con il pensare globale”.







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