“Serve una leadership ma anche un partito. O cambiamo profondamente o bruceremo”. Stefano Bonaccini in un’intervista al Corriere della Sera oggi parla quasi da candidato alla segreteria del Partito Democratico. E poi l’affondo: “Siamo arrivati alle elezioni senza un progetto forte per l’Italia e senza un’alleanza all’altezza della sfida, nonostante tutti gli sforzi fatti da Letta. Lo certifica il voto dei cittadini”. E quindi “o cambiamo profondamente o bruceremo in fretta anche il prossimo segretario. Serve una leadership ma serve anche un partito. Il problema non è di forma o di ruoli, ma di sostanza. Iniziamo per esempio col dire che nel gruppo dirigente servono molti più amministratori locali, donne e uomini, spesso giovani, che ogni giorno devono dare risposte ai cittadini sui problemi reali e che in questi anni hanno tenuto in piedi con il loro lavoro silenzioso il partito: non possiamo più tenerli in panchina”.
E ancora alla domanda, lo sa che nel Pd temono una sua rivoluzione? Risponde Bonaccini: “Serve un cambiamento a prescindere da Bonaccini. Vedo però che a chiedere una discontinuità radicale sono anche alcuni che in questi anni hanno ricoperto con una certa continuità ruoli di governo e di gestione del partito nazionale, quindi niente paura. Servono energia e coraggio”. E sul Congresso: “Sono d’accordo con Letta, il tempo di discutere è adesso”.







Ultimi commenti
Il senso di colpa pere essere stati comunisti italiani gioca brutti scherzi. Caro Maurizio il tuo articolo è assai confuso pieno di equivoci. Il desiderio […]
In effetti mezza europa è guidata da governi ultranazionalisti...dall'ipernazionalismo al nazismo il passo è breve...un percorso strano per quella che doveva diventare un'unione europea...
bravo, adesso torna nella tua grotta e lascia perdere gli architetti....