Scia di sangue sul lavoro: 53enne operaio reggiano morto in un cantiere sull’A15 a Parma

cantiere di notte

Non si ferma la scia di sangue degli infortuni sul lavoro in Emilia: dopo la morte di Laila El Harim, la donna di 40 anni originaria del Marocco deceduta lo scorso 3 agosto dopo essere rimasta incastrata in un macchinario in movimento alla Bombonette di Camposanto sul Panaro, in provincia di Modena, nella serata di mercoledì 4 agosto un operaio di 53 anni ha perso la vita in un cantiere dell’autostrada A15 in provincia di Parma.

Secondo la prima ricostruzione dei fatti, effettuata dalla polizia stradale, l’uomo sarebbe stato travolto da una ruspa che, mentre procedeva in retromarcia, lo ha schiacciato contro una macchina asfaltatrice.

La vittima, Salvatore Rabbito, residente in provincia di Reggio, era dipendente dell’azienda edile Frantoio Fondovalle di Marano, in provincia di Modena: al momento dell’incidente stava facendo manutenzione in un cantiere per la realizzazione della TiBre, l’infrastruttura stradale che collegherà l’A15 Parma-La Spezia con l’autostrada A22 del Brennero.

Le sigle sindacali Fillea-Cgil di Modena, Filca-Cisl Emilia Centrale e Feneal-Uil di Bologna-Modena-Ferrara hanno espresso “profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia del lavoratore”, ribadendo “piena fiducia verso gli organismi competenti, cui spetta accertare la correttezza delle misure di prevenzione, la dinamica e le cause dell’infortunio mortale”, ma chiedendo “che venga fatta piena luce sulla vicenda e sulle eventuali responsabilità”.

Secondo i sindacalisti Rodolfo Ferraro (Fillea-Cgil Modena), Davide Martino (Filca-Cisl Emila Centrale) e Maria Cristina Vivi (Feneal-Uil Bologna-Modena-Ferrara) “bisogna agire immediatamente affinché episodi analoghi non si ripetano più. Non è più tollerabile restare inermi a registrare quotidianamente morti sul lavoro. È l’ora dei fatti per porre fine a questa mattanza, intollerabile piaga di una società civile: c’è bisogno di azioni che istituzioni e autorità competenti mettano in campo per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro”.

Il settore edile, hanno sottolineato le organizzazioni sindacali emiliane, “così come tanti altri settori della nostra economia paga ora i troppi anni di mancati investimenti in sicurezza e formazione, e oggi una ripresa del settore corrisponde a una vertiginosa crescita di infortuni gravi e mortali. È ora di dire basta. Basta ai morti sul lavoro, basta a barattare la salute e la vita dei lavoratori e delle lavoratrici con logiche di profitto. Non è più accettabile che nel 2021 si perda la vita per lavorare”.