Parma, il legale rappresentante di Svoltare onlus agli arresti domiciliari per peculato, falso ed evasione

Guardia di Finanza di Parma sede

Martedì 29 dicembre la Guardia di Finanza di Parma ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Parma nei confronti di S.S., legale rappresentante della Svoltare onlus, indagato per i reati di peculato, malversazione ai danni dello Stato, turbativa d’asta, falso e omessa dichiarazione ai fini Ires e Irap.

Il gip Mattia Fiorentini ha anche disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca (anche per equivalente) di liquidità dai conti correnti dell’associazione (ora cooperativa sociale) e di beni di vario genere (tra cui otto immobili e nove automobili) per un importo complessivo di quasi un milione e 400mila euro.

Secondo le indagini l’associazione Svoltare onlus aveva ottenuto dalla prefettura di Parma, attraverso false autodichiarazioni, la gestione del servizio di accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale fin dal luglio del 2015, anno della sua costituzione; aveva inoltre ottenuto dal Comune di Parma la gestione di interventi destinati a favore di persone adulte senza dimora in condizione di grave emarginazione.

Le indagini, scattate nel settembre del 2018, hanno avuto origine da un controllo fiscale svolto nei confronti della Svoltare onlus, nel corso del quale il legale rappresentante dell’associazione aveva esibito alle Fiamme Gialle una falsa determina dirigenziale della Regione Emilia-Romagna nel tentativo di nascondere ai finanzieri il fatto che l’ente non possedesse il requisito di iscrizione al registro regionale delle associazioni di volontariato, titolo essenziale per poter contrattare con la pubblica amministrazione e per poter usufruire dei benefici fiscali previsti per le organizzazioni non lucrative di utilità sociale.

Alla luce di questa scoperta, parallelamente all’attività ispettiva tributaria è stata avviata un’indagine di polizia giudiziaria coordinata e diretta dalla procura di Parma (nella figura del sostituto procuratore Andrea Bianchi) e sviluppata tramite l’analisi dei flussi finanziari, alcune perquisizioni domiciliari, l’ascolto di testimoni e riscontri contabili e documentali: l’indagine ha fatto emergere l’utilizzo di false attestazioni per la partecipazione ai bandi della prefettura e del Comune di Parma, l’indebita appropriazione di una parte dei circa 16 milioni di euro di fondi pubblici così ottenuti e l’omessa presentazione delle dichiarazioni Ires e Irap degli anni 2016, 2017 e 2018.

Il reato di peculato, invece, è stato contestato perché S.S., amministratore di sostegno nominato dal tribunale (e quindi pubblico ufficiale), nei primi anni di vita dell’associazione si sarebbe appropriato di consistenti somme di denaro dei soggetti amministrati: secondo l’accusa avrebbe prelevato dai conti correnti (ai quali aveva accesso proprio in virtù del ruolo ricoperto) intestati ad alcuni degli oltre 30 soggetti di cui era amministratore di sostegno somme per quasi 80.000 euro, senza alcuna autorizzazione del giudice tutelare. I soldi sarebbero poi confluiti direttamente nella casse di Svoltare onlus o sarebbero stati utilizzati per spese riferibili all’associazione, con finalità che nulla avevano a che vedere con le necessità degli ignari amministrati.

Come emerso dagli accertamenti bancari e contabili, inoltre, anche una parte dei fondi pubblici elargiti a Svoltare onlus per il servizio di accoglienza dei migranti e di sostegno a soggetti emarginati sarebbero stati in parte utilizzati da S.S. per spese del tutto estranee alle finalità per le quali le somme erano state erogate.

In particolare sono risultate addebitate all’associazione spese personali dei soci (pranzi con pregiati vini francesi, prolungati viaggi all’estero, acquisti di costosi capi d’abbigliamento e di smartphone di ultima generazione, trattamenti di bellezza, pagamenti relativi a utenze domestiche personali e spese condominiali), che erano titolari di carte prepagate accese sui conti correnti di Svoltare onlus o beneficiari di rimborsi o di pagamenti eseguiti direttamente dall’associazione. I soci, inoltre, erano destinatari di accrediti falsamente giustificati come “restituzione di prestiti infruttiferi”, nonostante tali prestiti – nella maggior parte dei casi – non fossero mai stati effettuati.

L’associazione è stata utilizzata da S.S. anche per ripianare debiti personali, dissimulando le uscite grazie a fatture emesse dal creditore per operazioni oggettivamente inesistenti. Negli anni successivi al 2015, inoltre, sono stati individuati pagamenti di varia natura a favore dei soggetti amministrati da S.S., che aveva così provato a restituire (utilizzando i fondi pubblici ottenuti nel frattempo, ma destinati ad altre attività) una parte dei soldi sottratti dai conti correnti degli stessi soggetti amministrati durante il primo anno di attività dell’associazione.

Gli accertamenti hanno consentito dunque alla Guardia di Finanza di disconoscere la natura giuridica di associazione della Svoltare onlus, assimilabile invece a una vera e propria impresa individuale. Nel primo periodo di operatività, ad esempio, Svoltare onlus ha spesso sub-appaltato il servizio di cui era assegnataria a un’altra associazione locale, che le fatturava l’importo delle prestazioni a un costo minore rispetto a quello pattuito da Svoltare onlus con la Prefettura. L’associazione, nel corso degli anni, ha inoltre effettuato significativi investimenti di carattere speculativo sul mercato, acquistando immobili di rilevante valore, e ha potuto contare su un numero di dipendenti addirittura superiore a quello dei volontari, con tanto di cospicui benefit aziendali riconosciuti ad alcuni “soci volontari”, tali da conferire loro uno status equiparabile a quello di quadri aziendali.

L’associazione, dunque, nonostante la facciata da onlus operava di fatto come una vera e propria impresa commerciale, distribuendo una parte dei proventi dell’attività ai propri associati: una modalità di gestione in palese violazione delle regole che disciplinano il terzo settore, che ha portato al disconoscimento della qualifica di ente non commerciale e al decadimento dei relativi benefici fiscali previsti per gli enti no profit, con la conseguente riqualificazione di Svoltare a ente commerciale. Le attività di verifica hanno consentito di constatare un’evasione fiscale di Ires e Irap per oltre un milione e 150.000 euro.

Sulla vicenda è intervenuto anche il leader della Lega Matteo Salvini: “Per la procura hanno preso 16 milioni di fondi pubblici senza averne diritto. Ecco perché non amavano la Lega, il sottoscritto, i miei decreti e i miei controlli”.