Il tribunale del riesame di Bologna ha accolto il ricorso della Procura di Reggio contro il rigetto, da parte del tribunale reggiano, della richiesta di custodia cautelare in carcere nei confronti di Cristian Chesi, 49 anni, accusato – insieme al padre Emore – dell’omicidio di Stefano Daveti, avvenuto lo scorso giugno a Morsiano di Villa Minozzo, sull’Appennino reggiano.
L’uomo, 63 anni, era deceduto tre giorni dopo il ricovero all’ospedale Maggiore di Parma a causa delle gravissime lesioni riportate in un’aggressione a colpi di spranga, arrivata al culmine di una lite con i vicini di casa scoppiata per futili motivi. Lo scorso gennaio Cristian Chesi era stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico, come previsto dall’ordinanza del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Reggio, che aveva invece respinto la richiesta della procura di custodia cautelare in carcere per l’indagato.
La titolare del procedimento, la sostituta procuratrice Maria Rita Pantani, d’intesa con il procuratore di Reggio Calogero Gaetano Paci, ha quindi presentato ricorso contro l’ordinanza adottata dal gip al tribunale del riesame di Bologna, che ha accolto l’appello della Procura reggiana disponendo nei confronti dell’indagato l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere al posto degli arresti domiciliari.







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