Lo scorso 25 febbraio i giudici della prima sezione della Corte di Cassazione hanno confermato la misura degli arresti domiciliari (anziché il carcere) per Chiara Petrolini, la ragazza di 22 anni accusata di duplice omicidio e soppressione di cadavere dopo il ritrovamento di due neonati morti – i figli partoriti dalla giovane – sepolti nel giardino della casa di famiglia a Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma.
Nelle motivazioni della sentenza, appena rese pubbliche, i giudici spiegano che “i fatti di interesse processuale si sono svolti in presenza di condizioni non più presenti né ripetibili”. Insomma, per Chiara Petrolini non sussisterebbe – quanto meno nell’immediato – il rischio di reiterazione dei reati di cui viene accusata.
I supremi giudici hanno annullato con rinvio, per disporre un nuovo giudizio, l’ordinanza del Tribunale del riesame che, accogliendo l’appello della Procura di Parma, aveva invece disposto la misura cautelare del carcere per Petrolini – che attualmente si trova appunto agli arresti domiciliari.
La Cassazione, in ogni caso, ha riconosciuto all’indagata una “elevatissima capacità mistificatoria e una non comune determinazione criminale”, sottolineando però che la ragazza “ha potuto commettere i gravissimi reati che le sono ascritti in quanto ella è stata capace di instaurare e coltivare una ricca e articolata vita di relazione e affettiva”; quest’ultima, in regime di arresti domiciliari, secondo i giudici “le sarebbe invece giocoforza inibita”.







Ultimi commenti
Custodisco, eredità di mio padre, la collezione quasi completa de "Il quaderno dell'attivista" pubblicazione del Partito Comunista Italiano degli anni quaranta e cinquanta dedicata ai
Attivista = semper mej che lavorer….
Giano bifronte... ipocrisia al top!