L’indagine congiunturale del Centro studi di Unindustria Reggio ha rilevato nel primo trimestre del 2025 una fase di contrazione per l’attività economica reggiana, con segnali diffusi di rallentamento. La produzione industriale, per esempio, ha fatto registrare un calo del 3,6%, riflettendo una domanda debole e una crescente incertezza nei mercati di riferimento.
Anche il fatturato totale ha fatto segnare una contrazione, in questo caso del 4,2%, con una marcata differenziazione tra mercato italiano ed estero: il fatturato interno è diminuito del 6,6%, a testimonianza di una domanda nazionale in forte difficoltà, mentre quello estero ha accusato un calo più contenuto (-2,2%), segnalando una maggiore tenuta della domanda internazionale.
Nonostante questo quadro negativo, l’occupazione ha avuto una lieve variazione positiva (+0,2%), indicativa di una certa resilienza del mercato del lavoro in provincia di Reggio, e le previsioni per il prossimo periodo appaiono più articolate e meno univocamente negative.
Per quanto riguarda la produzione, il 24,2% delle imprese prevede un aumento, il 45,5% una sostanziale stabilità e il 30,3% una diminuzione: si delinea quindi un orizzonte di grande incertezza, ma con un nucleo imprenditoriale che intravede almeno timidi segnali di ripresa. Anche sul fronte degli ordini totali le aspettative sono divise: il 30,2% delle imprese si aspetta un aumento, contro un 36,5% che si attende invece una diminuzione, mentre una realtà imprenditoriale su tre (il 33,3%) prevede una sostanziale stabilità. Con riferimento ai soli ordini esteri, il 33,4% delle aziende ipotizza un incremento, a fronte di un 25,9% che si prepara invece a un calo; segnale che le esportazioni potrebbero rappresentare, almeno in parte, un traino per l’economia reggiana nei prossimi mesi.
Sul fronte occupazionale, la maggioranza delle imprese (il 75,8%) prevede una sostanziale stabilità, mentre soltanto il 6% preconizza possibili nuove assunzioni; il 18,2% delle aziende, invece, si attende una riduzione del personale.

In sintesi, i dati attuali confermano una fase di rallentamento dell’economia provinciale, ma le previsioni a breve termine mostrano segnali misti, con alcuni elementi di tenuta, in particolare sul versante estero. Tuttavia l’incertezza globale, accentuata da fattori politici ed economici di stretta attualità, potrebbe influenzare in maniera significativa (e negativa) l’andamento dell’economia reggiana nel breve periodo.
“La produzione industriale delle nostre imprese associate è ancora una volta in discesa. Se a questo aggiungiamo i costi energetici, i dazi e il contesto geopolitico internazionale, il quadro non è certo rassicurante”, ammette la presidente di Unindustria Reggio Roberta Anceschi: “L’elevato costo dell’energia e le carenze della rete in Italia rappresentano un ostacolo concreto per le imprese italiane, con un impatto diretto sulla capacità di innovare e di rimanere competitive a livello globale”.
Per Anceschi “servono, dunque, soluzioni per avere un prezzo in linea con i nostri competitor europei, perché è a rischio la tenuta del sistema industriale. Inoltre, le oscillazioni nelle politiche commerciali degli Stati Uniti hanno creato un clima di instabilità che ha rallentato fortemente gli investimenti. Questa imprevedibilità non solo danneggia direttamente le aziende che esportano verso gli Usa, ma aumenta anche i costi operativi e complica le strategie di lungo periodo. Un accordo chiaro e stabile sui dazi tra Europa e Stati Uniti sarebbe cruciale per ristabilire la fiducia nel mercato e permettere alle imprese europee di competere in modo equo con quelle statunitensi”.







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