Modena. Va dai carabinieri con il cadavere della moglie nel baule

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Un uomo italiano di 48 anni si è presentato, nella notte, al comando dei carabinieri di Modena dichiarando di aver trasportato il cadavere della moglie, una donna di 40 anni, in un furgone.
La donna, 40enne italiana di origine russa, era nel bagagliaio e aveva il capo coperto da un sacchetto nero di plastica stretto al collo con un filo elettrico plastificato. Rimosso il sacchetto, è stata trovata una cintura stretta al collo.

L’uomo è stato arrestato sulla base delle fonti di prova acquisite e portato in carcere, in attesa dell’udienza di convalida davanti al gip.

La Procura di Modena ha poi spiegato in un comunicato
Nella tarda serata di ieri, 10 giugno 2024, un uomo italiano di 48 anni si è presentato al Comando Provinciale dei Carabinieri di Modena dichiarando, al militare di servizio alla caserma, che nel suo furgone aveva trasportato il cadavere della moglie.
A quel punto alcuni militari specializzati hanno aperto il veicolo, senza compromettere le fonti di prova, constatando che effettivamente nel bagagliaio del veicolo c’era, rannicchiato, il cadavere di una donna.
Immediato l’intervento sul posto del pubblico ministero che ha eseguito gli accertamenti di rito assumendo, di fatto, la direzione delle indagini. Proprio dalle indagini è emerso che, dopo l’ispezione cadaverica eseguita dal medico legale, la vittima, identificata in una donna 40enne cittadina italiana di origini russe, presentava il capo interamente coperto da un sacchetto nero di plastica stretto al collo con un filo elettrico plastificato. Rimosso il sacchetto, la donna risultava avere il collo stretto con una cintura.
Sulla scorta delle fonti di prova immediatamente acquisite, l’uomo è stato arrestato nella quasi flagranza del delitto di omicidio aggravato ed è stato portato alla casa circondariale di Modena, su disposizione della Procura, in attesa della successiva udienza di convalida dell’arresto davanti al giudice per le indagini preliminari.
Dalle prime indagini svolte è emerso anche che la vittima aveva avviato, davanti alla autorità giudiziaria di Innsbruck (Austria), una procedura per la regolamentazione dell’affidamento dei figli minori e l’esercizio del diritto di visita.
Questo procedimento era stato definito un anno fa, 17 maggio 2023: un giudice aveva stabilito la collocazione prevalente dei minori presso l’abitazione della madre ed il diritto di visita del padre.
L’indagato, nel gennaio 2024, aveva poi proposto ricorso al Tribunale Civile di Modena per separazione giudiziale con addebito a carico della donna, contestando la giurisdizione dell’autorità giudiziaria austriaca.



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