Modena, “Alleanza 3.0 sta valutando la dismissione dell’asset farmaceutico”

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“Il Comune di Modena mantiene la partecipazione nelle Farmacie comunali e non ha alcuna intenzione di vendere le proprie azioni”. Lo ha spiegato l’assessore al Bilancio Andra Bosi rispondendo, giovedì 29 novembre, in Consiglio comunale all’interrogazione di Domenico Campana, Art.1-Mdp-Per me Modena, sulla possibile vendita delle azioni di Farmacie comunali possedute da Finube. “Neanche Finube – ha proseguito Bosi – ha intenzione di vendere le proprie azioni. Coop Alleanza 3.0, alla quale abbiamo chiesto informazioni, ha confermato che sta valutando la possibilità di dismettere l’intero asset farmaceutico, del quale fa parte anche Finube, la società che, appunto, detiene la maggioranza delle azioni di Farmacie comunali. Ma questo non modifica la situazione attuale e i rapporti che legano Finube al Comune che, in base allo Statuto, continua a indicarne il presidente”.

Dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza, Paolo Trande, Art.1-Mdp-Per me Modena, ha affermato che la discussione che dovrebbe affrontare il Consiglio è “se le farmacie comunali sono strategiche per la città o no. Potremmo anche decidere che non lo sono, perché obiettivamente negli anni la situazione sociale è cambiata, ma se invece decidiamo che lo sono, allora dovremmo trovare il modo di riacquistare tutte le azioni delle nostre farmacie”.

Per Simona Arletti, Pd, le farmacie pubbliche hanno avuto un ruolo importante per la diffusione delle politiche di salute pubblica, creando una rete che ha coinvolto anche quelle private. “Oggi, grazie al lavoro fatto allora, anche le farmacie private sono pienamente parte del sistema di salute pubblica e quindi la partecipazione del pubblico non è più così essenziale”. Anche per Marco Forghieri la questione principale è “decidere cosa vogliamo fare per il futuro, tenendo presente però i pareri della Corte dei Conti secondo i quali la legge che autorizza le partecipazioni comunali va letta alla luce del decreto Madia e quindi riguarda solo i servizi pubblici essenziali. E non so se le farmacie, vista l’offerta attuale, si possono ritenere tali”.

Per Marco Chincarini, Modena bene comune, è “urgente riaprire il dibattito su Farmacie comunali: la scelta di venderle allora fu infelice e quello che sentiamo oggi lo conferma. Ci siamo esposti sul mercato mentre invece la partecipazione del pubblico va rafforzata e quindi dovremmo trovare il modo di riacquistare le azioni”.

Per Marco Bortolotti, M5s, ci sono “pro e contro sia dismettendo la partecipazione che mantenendola. Io – ha detto – sono più per la partecipazione pubblica ma la vendita potrebbe essere interessante se ci fossero meccanismi a garanzia dei cittadini e i soldi guadagnati fossero utilizzati per garantire servizi oggi carenti”.

Andrea Galli, Forza Italia, ha esordito ricordando che il processo di privatizzazione ha interessato, negli anni, molti settori “con effetti spesso negativi. Abbiamo venduto – ha proseguito – le azioni di Autobrennero, che invece portano dividendi, quelle di Hera, diventando clienti passivi, Modena parcheggi. Sono questi i settori nei quali l’ente pubblico dovrebbe tornare a essere maggioritario, le Farmacie non sono una priorità”.

Nella replica il consigliere Campana si è detto “dubbioso sul fatto che il controllo pubblico sulle farmacie non sia più necessario: in un ambito come la sanità e il welfare la presenza del pubblico è sempre strategica per garantire i servizi e far sì che il privato tenga conto di esigenze di cui, in caso contrario, si disinteresserebbe deliberatamente”.