Mondiali di calcio. Finisce il sogno delle Azzurre, ma l’Italia di Milena Bertolini esce a testa alta

bertolini_milena_tv1

Ai Mondiali di calcio femminile di Francia 2019 finisce ai quarti di finale il sogno delle azzurre: l’Italia, infatti, è stata sconfitta dall’Olanda, che si è imposta per due a zero grazie alle reti nel secondo tempo di Miedema (al 25° minuto) e di van der Gragt (al 35° minuto) conquistando così l’accesso alla semifinale del torneo.

Un’uscita comunque a testa alta per le ragazze della ct Milena Bertolini, che nel gran caldo di Valenciennes – che ha reso necessari anche due cooling break per far rifiatare e rinfrescare le giocatrici, sia nel primo che nel secondo tempo – a tratti hanno tenuto testa alle forti olandesi (campioni d’Europa nel 2017) e nel primo tempo si sono anche rese pericolose più volte dalle parti del portiere orange, pur non concretizzando le occasioni create.

Nel secondo tempo, invece, è salito il ritmo imposto dall’Olanda, che ha trovato il gol con due bei colpi di testa su altrettanti calci piazzati e ha poi potuto gestire senza particolari affanni l’ultimo scorcio di gara.

Alla fine del match, con le giocatrici dell’Italia in lacrime per l’eliminazione, è stata la stessa Bertolini a parlare, prima al gruppo delle azzurre riunito nella zona delle panchine e poi ai microfoni della stampa: “Queste ragazze hanno disputato un Mondiale eccezionale, contro un avversario forte, sono orgogliosa di loro. Sono partite in cui ci sono pochissime occasioni, se non sei cinico diventa difficile segnare”.

“Queste ragazze hanno fatto vedere tutto lo spessore che hanno. Le lacrime ci stanno, l’emozione pure, ho vissuto molto questo Mondiale ed è un grande punto di partenza per il movimento. Queste partite insegnano, da qui in avanti il calcio femminile sarà diverso”.

Poi una stoccata: “Le azzurre hanno giocato contro colleghe che hanno opportunità diverse rispetto alle nostre, le olandesi sono professioniste. È stata una partita non alla pari da questo punto di vista. Per chi ha compiti decisionali è arrivato il momento di prendere decisioni. Queste ragazze si meritano il professionismo e opportunità diverse”.

* * * * *

Il prepartita

Sabato 29 giugno dalle tre del pomeriggio tutti gli occhi dell’Italia calcistica saranno puntati sullo Stade du Hainaut di Valenciennes, in Francia, dove la Nazionale femminile sarà impegnata in un difficile quarto di finale contro la forte Olanda per provare ad accedere a quella che sarebbe – per entrambe le formazioni – una storica semifinale dei Mondiali. La partita sarà trasmessa in diretta tv in chiaro dalla Rai (su Rai 1) e sul satellite da Sky (su Sky Sport Mondiali, canale 202).

Mai le due squadre si erano affrontate prima d’ora in questa competizione, anche se i cinque precedenti non sorridono alle azzurre: tre vittorie delle olandesi e due pareggi. A fare la differenza, stavolta, potrebbe essere l’entusiasmo delle ragazze di Milena Bertolini, reduci da tre convincenti vittorie e una sola (ininfluente) sconfitta nelle quattro partite fin qui disputate.

Le speranze sono riposte in particolare proprio sulla “mente” della squadra, la commissaria tecnica, che ha riportato l’Italia al Mondiale dopo 20 anni di assenza: classe 1966, nata a Correggio, in provincia di Reggio, è ricordata in Emilia per la sua lunga esperienza nella Reggiana femminile, prima come calciatrice (a più riprese) e poi come allenatrice (dal 2004 al 2011). Attiva anche sui social, ha una pagina Facebook e un profilo su Instagram, attraverso i quali si possono seguire le gesta della Nazionale e i dietro le quinte della spedizione azzurra in Francia.

“Il grande merito di Milena Bertolini è quello di essere una donna intelligente, umile e forte”, dice di lei Domenico Savino, direttore della Fondazione per lo Sport di Reggio Emilia di cui proprio la Bertolini è stata presidente per tanti anni: “Ha un grandissimo rispetto per tutte le persone e credo che questo clima straordinario che lei ha creato all’intero della Nazionale è proprio frutto di queste caratteristiche”.

“Lei ha radici profonde in questa terra”, ha sottolineato Savino: a conferma di questo si ricorda che per celebrare la vittoria per 2-1 sull’Australia, avvenuta nel match inaugurale del girone azzurro in questa Coppa del Mondo, la Bertolini ha voluto “indossare” con orgoglio nelle interviste post-partita – quasi fosse un mantello – il suo portafortuna, ovvero quel Primo Tricolore donatole dal sindaco di Reggio e sempre presente nelle retrovie della panchina azzurra.

E sempre dalla provincia di Reggio arriva l’inno “L’azzurro siamo noi”, ideato per accompagnare la Nazionale femminile di calcio in questi Mondiali di Francia 2019: sono sei ragazze – Chiara Berselli, Martina Casarini, Chiara Chiessi, Alice Gasperini, Elisa Gasperini e Nicole Vioni – della Sammartinese, squadra femminile di San Martino in Rio, a comparire nel video del brano scritto e prodotto da Mirco Dal Porto, Gianfranco Fornaciari e dallo stesso Domenico Savino, che in tre minuti racconta la storia di molte delle giocatrici azzurre, partite giovanissime a calciare il pallone su anonimi campi di periferia fino a raggiungere il sogno mondiale.

La Bertolini, inoltre, è stata protagonista quasi involontaria di una curiosa iniziativa editoriale. Nella seconda metà del 2015 nella cassetta delle lettere della Fondazione per lo Sport del Comune di Reggio, di cui era presidente, viene recapitata un’anonima busta rosa contenente una chiavetta Usb e un misterioso biglietto: “Per il 26 maggio, pubblicatelo”. Il 26 maggio era la data fissata per la finale 2016 della Champions League femminile, che quell’anno era in programma proprio allo stadio Città del Tricolore (ora Mapei Stadium) della città emiliana.

Cosa conteneva la misteriosa chiavetta Usb? Uno scritto che l’anonimo scrittore (o l’anonima scrittrice) aveva deciso di regalare alla Fondazione reggiana per farne un libro, il cui ricavato potesse finanziare – oltre alle attività della fondazione stessa – anche una campagna a favore del movimento calcistico femminile.

Il libro, un po’ colto e un po’ ironico, fu effettivamente pubblicato dall’editore Aliberti con il titolo “Giocare con le tette”, con la prefazione del giornalista Antonio Padellaro e la postfazione dell’allenatore Carlo Ancelotti: una panoramica dalle antiche migrazioni al tristemente famoso “caso Belloli” per dimostrare che l’ostracismo nei confronti del calcio femminile è la cifra di uno dei molti problemi di cui soffre l’Italia. Recentemente il libro è finito anche sul Guardian, che ha dedicato a “Giocare con le tette” un paragrafo di un articolo sulla Nazionale azzurra.

È invece tutto merito della ct azzurra – in collaborazione con Savino – il libro “Quelle che… il calcio. Le ragazze del mondiale”, uscito quest’anno sempre per Aliberti editore proprio alla vigilia dei Mondiali di Francia per raccontare la storia del calcio femminile in Italia attraverso le vite di alcune delle sue protagoniste. Calciatrici e donne, interpreti di una disciplina sportiva che da sempre (e ancora oggi in molti casi) è stata osteggiata, derisa, insultata in nome dei più biechi stereotipi maschili, vero specchio della sub-cultura sessista che permea il lato oscuro del paese.