Max Mara Art Prize for Women. White inizia la sua residenza di 6 mesi in Italia

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Dominique White (nata nel 1993 nel Regno Unito), vincitrice della nona edizione del Max Mara Art Prize for Women (2022-2024), ha iniziato la sua residenza di sei mesi in Italia, organizzata appositamente per l’artista dalla Collezione Maramotti.
Il premio, iniziativa a cui collaborano da lungo tempo Max Mara, Whitechapel Gallery e Collezione Maramotti, è concepito per sostenere e ispirare artiste che si identificano come donne che si trovano in una fase cruciale della loro carriera, ma non hanno ancora presentato una importante mostra antologica.

White è interessata a creare nuovi mondi per la “Blackness” ed è affascinata dalla potenza metaforica e dal potere rigenerante del mare. La sua pratica intreccia le teorie della Black Subjectivity, dell’afro-pessimismo e dell’idrarchia, esprimendo lavori fantasmatici, a prima vista fragili eppure densamente fisici, che spesso fanno uso di reperti nautici e materiali come l’argilla e il ferro non trattato. Le sculture, o “fari”, di White evocano mondi marini immaginari che profetizzano l’emergere di “un futuro [Nero] che, pur non essendosi ancora materializzato, deve arrivare”.

La residenza di White è stata organizzata su misura per sostenere, ispirare e sviluppare la proposta con cui ha vinto il premio, e vedrà l’artista passare sei mesi in alcuni luoghi italiani selezionati – Agnone, Palermo, Genova, Milano e Todi – come parte del processo di realizzazione di un nuovo gruppo di lavori intitolato Deadweight. La proposta prende come punto di partenza la misura del “tonnellaggio di portata lorda” (“deadweight tonnage”), espressione tecnica usata nell’industria marittima per calcolare quante unità di peso una nave può imbarcare prima di affondare [ndr. In inglese deadweight significa anche “peso morto”]. Nel corso della residenza, White esplorerà e interrogherà il significato e l’utilizzo della “portata lorda”, il suo ruolo nel passato nel commercio degli schiavi e le sue forme contemporanee nel Mediterraneo.

Nei prossimi sei mesi, White esaminerà una serie di risorse archivistiche e incontrerà alcuni esperti con l’obiettivo di scoprire nuove narrazioni e nuove prospettive storiche, e consolidare e approfondire la sua conoscenza dei processi produttivi, di competenze e di tecniche necessari a sviluppare la sua pratica.

White inizia la sua residenza ad Agnone, in Molise, con un laboratorio della durata di una settimana presso la Pontificia Fonderia di Campane Marinelli, una delle più antiche fonderie di campane del mondo, dove i produttori utilizzano gli stessi materiali e tecniche fin dal Medioevo.

Poi si sposterà a Palermo, dove incontrerà Giovanna Fiume, già Professoressa di Storia Moderna all’Università di Palermo, la cui ricerca ha contribuito a gettare le basi dello studio della tratta degli schiavi nel Mediterraneo. Attraverso lezioni private sul tema e visite a luoghi simbolici di Palermo e dintorni, White approfondirà la sua conoscenza storica e contemporanea del commercio di schiavi nel Mediterraneo. Le visite includeranno, ad esempio, Monte Pellegrino, un punto di riferimento fondamentale per i marinai, e Santa Maria di Gesù, che ospita la tomba di San Benedetto il Moro (1526-‘89), uno dei santi patroni di Palermo, figlio di schiavi africani affrancato alla nascita.

A Genova White studierà la storia navale, gli archivi e le tecniche di costruzione, sostenuta nella sua ricerca da due tutor dell’Università di Genova, i Professori Claudia Tacchella e Massimo Corradi, specializzati nella scienza delle costruzioni e nella sua storia. White visiterà musei navali e archeologici a Genova, Imperia, La Spezia e Camogli, oltre all’Archivio Ansaldo, che contiene una vasta raccolta di materiali legati all’industria italiana e marittima.

Durante il suo periodo a Milano, White parteciperà a un laboratorio presso la Fonderia Artistica Battaglia con un tutor dedicato per imparare la tecnica della fusione a cera persa, che è stata usata per secoli nella creazione di manufatti artigianali in bronzo. Avrà anche occasione di visitare il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, il più grande museo del suo genere in Italia, la cui collezione ospita il sottomarino Enrico Toti, il primo costruito in Italia dopo la Seconda guerra mondiale.

Concludendo la residenza in Umbria, nella città di Todi, White dedicherà due mesi ad affinare e testare la sua pratica di lavorazione del metallo, visitando fonderie locali e stabilimenti metallurgici. Sarà affiancata dall’artista Michele Ciribifera, assistente per trent’anni della scultrice Beverly Pepper (1922 – 2020), che lavorava soprattutto con il metallo. A Todi, White disporrà di uno studio dove, con l’aiuto di Ciribifera, apprenderà nuove tecniche e approcci alla serie di lavori per il suo progetto finale.

I nuovi lavori di White costituiranno il nucleo di una mostra antologica che si svolgerà nel 2024, prima alla Whitechapel Gallery di Londra e successivamente alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia.