Mappa Ecdc dei contagi Covid, lieve miglioramento ma quasi tutta l’Europa è ancora in zona rosso scuro

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Dopo quattro settimane consecutive in cui nella cartina elaborata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), che riporta il tasso di incidenza dei contagi da virus Sars-CoV-2 in Europa, tutti gli stati monitorati erano totalmente caratterizzati dal rosso scuro, il colore che indica i territori in cui l’incidenza è particolarmente elevata, si iniziano a scorgere i primi – seppur timidi – segnali di miglioramento.

Osservando la mappa, aggiornata alla data del 3 marzo, è in ogni caso ancora immediatamente visibile in tutti i paesi uno scenario pandemico da tenere ancora sotto stretta osservazione, anche alla luce del recente conflitto armato in Ucraina; ma i numeri di contagi e ospedalizzazioni stanno proseguendo quasi dappertutto nella loro fase di discesa, e diversi governi europei hanno iniziato (o sono pronti a farlo a breve) a far decadere le restrizioni precedentemente introdotte.

Questo si riflette anche nel ritorno di alcune zone rosse standard (non scure, quindi): l’isola di Malta, alcune regioni della Svezia e della Polonia meridionale e la zona della Romania al confine con la Moldavia. Le zone arancioni e quelle verdi (i colori che indicano situazioni in cui la circolazione del virus è rispettivamente moderata e modesta), invece, non sono più presenti da tempo sulla cartina dell’Ecdc – fatta eccezione per l’arcipelago delle Mayotte, un dipartimento d’oltremare della Repubblica francese vicino al Madagascar, nel sud dell’Africa, il cui territorio è attualmente classificato in zona verde.

Per quanto riguarda l’Italia, secondo i dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie tutte le regioni e le province autonome sono ancora classificate in zona rosso scuro. Il sistema di monitoraggio dell’Ecdc, basato sui dati trasmessi dagli Stati membri dell’Unione europea al sistema Tessy (The European Surveillance System), è comunque del tutto indipendente rispetto al sistema dei colori previsto dalla legislazione italiana, che prende in considerazione altri parametri (in particolare la pressione sulle strutture ospedaliere) e che vede ad esempio l’Emilia-Romagna ancora in zona gialla.